
La parola desiderare nasce da de-sideris, significa non vedere la stella che guida la rotta della nave. E tenere d’occhio le stelle era essenziale per poter far rotta verso casa.
Per questo spesso associamo a questa parola un senso di mancanza e di nostalgia: senza quella stella guida non c’era ritorno. Insieme contiene però anche il senso della ricerca di un orientamento. Con-siderare è il suo opposto: scegliere perché si è visto la stella. Avere un desiderio nella vita non è solo sentire l’assenza, la mancanza: è cercare una direzione e qualcosa che guidi la nostra crescita, il nostro movimento.
E’ così quando ci innamoriamo: l’altro diventa la stella che ci guida verso la realizzazione del nostro desiderio d’amore. Oppure il nemico che ci sottrae questa possibilità. E’ per questo che non posso dare consigli ma posso solo aiutare a cercare la propria stella polare. O aspettare insieme che le nubi si rischiarino.
Chiederci quale stella orienta la nostra vita dichiara così il nostro desiderio più profondo. Come le stelle, a tratti, questo desiderio può essere coperto o nascosto dalle nubi. Oppure trasformato in un semplice commercio che esaudisce un vuoto momentaneo. Può sembrarci che mai notte sia stata più buia o passaggio più oscuro. Ma la stella polare rimane, anche nascosta, continua è la sua presenza nel cielo. Si tratta solo di aspettare e tenere d’occhio le stelle.
La parola “desiderio” porta già nel suo etimo la dimensione della veglia e dell’attesa, dell’orizzonte aperto e stellare, dell’avvertimento positivo di una mancanza che sospinge la ricerca. Il desiderio non può essere confuso con il godimento autistico, non è volontà di godere, non è appropriazione delle risorse, accaparramento della terra, dominio, sopraffazione, sfruttamento. Il desiderio porta sempre con sé una povertà – una lontananza – che è un tesoro. Massimo Recalcati
Pratica del giorno: Centering meditation
Poesia del giorno: Itaca
© Nicoletta Cinotti 2022 Il protocollo MBSR edizione online
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