
La stabilità viene spesso pensata come l’esperienza di uno stato emotivo costante. In realtà noi siamo soggetti all’alternanza dei nostri stati d’umore, e non possiamo che procedere come equilibristi. Possiamo trovare stabilità nell’esplorazione delle nostre esperienze quotidiane e nel radicamento in noi. E’ la stabilità dell’equilibrista che procede sul filo e la pratica, formale e informale, è l’equivalente del bastone per gli equilibristi.
Non possiamo evitare di cadere ma abbiamo una tenace determinazione che ci spinge a ritornare sul filo perché segretamente sappiamo che caduta e risalita sono solo due aspetti del percorso. Invidiamo inutilmente chi ci sembra procedere più spedito o chi ci sembra più avanti di noi perché non mostriamo le perdite ma solo i successi. Eppure condividere le perdite, le cadute, i fallimenti comporta il seme di una rivoluzione, la rivoluzione dell’autenticità. Dire la verità sugli alti e i bassi della nostra vita afferma una verità incontestabile. siamo gli unici al mondo che possono dire la verità sulla nostra vita e se non la diremo noi accetteremo che la dicano altre persone. La storia dell’umanità è plurale. Non sottrarre la tua voce: è altrettanto necessaria come quella delle altre persone. Dire i nostri difetti, insuccessi e fallimenti afferma il coraggio di avere un valore. Di vedere il nostro valore che cresce nel terreno dell’umanità condivisa.
Potevo essere me stessa – ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso. Wislawa Szymborska
Pratica di mindfulness: L’isola del Sé
© Nicoletta Cinotti 2023 Formazione in reparenting
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