
Siamo molto abituati a tornare continuamente al pensiero. Ci torniamo per risolvere i problemi, ci torniamo per ricordarci qualcosa. Ci torniamo perché un pensiero sorge e attira la nostra attenzione. In questo modo alleniamo continuamente la funzione del pensare. La alleniamo proprio come faremmo con un muscolo, con la ripetizione.
A volte, pensiamo anche all’amore. Ci pensiamo e ripensiamo, spesso con fantasie romantiche o di fuga ma ci dimentichiamo di tornare al cuore, anziché al pensiero. Di tornare a quella che sarebbe la casa naturale dell’amore. Per sicurezza preferiamo pensarla.
In questo modo però quando incontreremo qualcuno rischieremo di non saper distinguere se è un’idea quella che abbiamo nei suoi confronti o un sentimento reale. Se è un pensiero magico che speriamo si realizzi o un’emozione che ci apre all’amore. I pensieri, lo sappiamo bene, possono suscitare qualunque emozione. Ma solo il cuore sa se quell’emozione è davvero autentica e non condizionata dai pensieri.
Così, se cerchiamo l’amore, è meglio non pensarci. È molto meglio tornare spesso al cuore, almeno tanto quanto torniamo ai pensieri. Questa è quella che Kabat Zinn chiama disciplina della memoria. Ricordare significa infatti riportare l’esperienza al cuore
Solo ciò che avviene ora avverrà poi. Se non esistono compassione, consapevolezza, equanimità ora, nell’unico momento in cui possiamo usufruirne e nutrirci, quante probabilità vi sono che appaiano in seguito, in condizioni di stress o difficoltà? Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2022 Il protocollo MBSR edizione online
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