Posso dimorare nell’esperienza di questo momento? Proprio quella che sta avvenendo adesso?
Rispondere sinceramente a questa domanda potrebbe aprire molte giustificazioni: non sto facendo qualcosa d’importante; è un momento neutro oppure è un momento troppo difficile; non sono ancora sveglio o sono troppo stanco.
In realtà tutte queste risposte, e altre ancora che possono essere emerse, ci conducono ad una semplice constatazione: tra noi e l’esperienza esiste un velo che rimanda ad un altro momento, in cui avverrà qualcosa di migliore o di diverso.
E’ un’illusione che nutriamo impercettibilmente, momento per momento, e che ci sposta altrove, nutrendo la nostra insoddisfazione. Spesso ha un’emozione – sottile e persistente – che la alimenta: abbiamo paura di quello che accade e così, istintivamente, ce ne tiriamo un po’ indietro.
Perché la paura di vivere non ha solo le grandi forme del terrore, ma si nutre soprattutto delle piccole forme del quotidiano.
Se abbiamo paura di essere, di vivere, possiamo mascherare questa paura intensificando il nostro fare. Più siamo occupati, meno tempo abbiamo disponibile per sentire, essere e vivere. E possiamo ingannare noi stessi credendo che il fare sia essere e vivere. (…) Fin quando questa paura esisterà nell’inconscio di una persona, essa correrà più in fretta e farà di più per non sentire la sua paura”. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: La meditazione della montagna
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©Hans van Reenen
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