Oggi inizia il ritiro e sono qui, con le emozioni dell’inizio: gioia, curiosità, ansia che si alternano come onde – a volte con lenta risacca – a volte veloci e intense. L’inizio e la fine sono momenti di divergenza in cui la nostra presenza e attenzione è maggiore. Portare l’attenzione a quello che accade all’inizio e alla fine di una esperienza ci dice molto di come ci muoviamo nel mondo.
Forse potremmo accorgerci che ci è più semplice notare l’inizio che la fine – o viceversa – e questa preferenza, così apparentemente senza significato, dice in realtà tanto di come stiamo nel mondo e in questo momento. Perché tendiamo ad evitare quello che ci spaventa e così – se temiamo i nuovi inizi finiremo per rimanere molto più fermi di quello che dovremmo e se teniamo la fine rischiamo di rimanere aggrappati a qualcosa anche se non ci rende felici. Solo per la paura di lasciar andare.
Guardiamo all’inizio delle cose perché temiamo il loro sorgere, la perdita di controllo, l’incontro con lo sconosciuto? Oppure siamo attenti alla fine perché quella tristezza ci assomiglia, o la soddisfazione di aver concluso ci rilassa? Così come il respiro: siamo più consapevoli dell’inspirazione o dell’espirazione?
Quando qualcosa inizia, così come quando qualcosa finisce, ci troviamo di fronte ad un processo che è più grande di noi. Noi ne osserviamo l’inizio e la fine, siamo partecipi e non sempre promotori. Forse potremmo dire, è così per tutte le cose. Avvengono perchè qualcosa prima è iniziato, finiscono ma qualcosa continuerà ad esistere perchè il fatto che si siano verificati ha mutato il corso degli eventi.
Così oggi potremmo stare nei nuovi inizi con consapevolezza e onorare la fine con gratitudine: un modo semplice ed essenziale per tornare al ritmo del nostro respiro e della nostra vita.
Di solito non pensiamo alla felicità nei termini di qualcosa che finisce ma, piuttosto, nei termini di qualcosa di buono che arriva o dell’ottenere quello che desideriamo. Comunque se osserviamo le nostre vite e pensiamo attentamente a ciò che vediamo diventa chiaro che i desideri, le urgenze, le bramosie che ci accompagnano creano un senso di tensione e che l’allentarsi di questa tensione, se e quando si realizza, è un forma di leggera felicità. Gregory Kramer
Pratica del giorno: Meditazione sul Lasciar andare
© Nicoletta Cinotti 2016 Le radici della felicità Foto di ©Alex Currie
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