
Molto spesso l’invito a stare nel presente può essere fonte di un malinteso: quello che non esista futuro. Non è esattamente così. Anzi, l’idea è che stare pienamente nel presente ci permette di costruire un futuro che ci assomiglia. Ricordare l’incertezza che è parte della nostra esperienza non è un invito disfattista: è un modo per non costruire illusioni che ci lascino delusi e feriti.
[box] Se l’uomo non svanisse mai come il fumo su Toribeyama, ma durasse per sempre in questo mondo, quante cose perderebbero il loro potere di commuoverci. La cosa più preziosa nella vita è la sua incertezza. Kenko Yoshida[/box]
Come possiamo passare dal presente al futuro?
Come passiamo quindi dal presente al futuro? Attraverso le nostre intenzioni che sono un volgere lo sguardo verso la direzione futura. Ma cos’è esattamente una intenzione?
L’intenzione è un orientamento della coscienza verso il compimento di un’azione, la direzione della volontà verso un determinato fine; può indicare semplicemente il proposito e il desiderio di raggiungere il fine, senza una volontà chiaramente determinata e senza la corrispondente deliberazione di operare per conseguirlo, questa è la definizione che ne dà la Treccani. C’è quindi una differenza fondamentale rispetto agli obiettivi che sono più costruiti sulla base di azioni specifiche. Gli obiettivi sono passi pre-definiti. Se li manchiamo è un fallimento. Le intenzioni sono desideri che orientano le nostre scelte ma contengono la consapevolezza dell’incertezza, delle sorprese e delle novità che possiamo incontrare nel percorso per realizzarli. In quel percorso potremmo anche renderci conto che le nostre intenzioni vanno decisamente ridimensionate o che sfumano in una direzione diversa.
L’intenzione nella pratica di meditazione
L’intenzione – in lingua pali cetana – è un fattore mentale che riguarda una modalità attiva della mente con la quale esercitiamo la nostra volontà. La meditazione può essere definita come un modo per prestare attenzione intenzionale al momento presente oppure un modo per essere consapevole di ciò che accade nella nostra esperienza. Anche se meditare non significa avere una specifica direzione – o una direzione troppo rigida – tuttavia la nostra intenzione è specifica ed è essere consapevoli di ciò che accade nella nostra percezione.
L’intenzione riguarda una funzione esecutiva della mente: produce decisioni e conseguenze che disegnano la nostra vita presente e futura. Facciamo scelte anche se non ne siamo consapevoli oppure possiamo dire che paghiamo i risultati delle nostre scelte anche se non ci rendiamo conto che stiamo scegliendo. Le scelte che invece hanno una intenzionalità sono decisioni nelle quali portiamo la nostra attenzione intenzionale. La meditazione, per questo motivo, ha molto a che vedere con la intenzionalità e con il dirigere l’attenzione ad un particolare oggetto di esperienza.. La meditazione è una disciplina mentale che presuppone una sorta di educazione ad una attenzione selettiva, tanto che molte pratiche di meditazione esplicitamente invitano a porre l’attenzione su qualcosa.
Le funzioni esecutive della mente e la padronanza del corpo
Man mano che cresciamo iniziamo a sviluppare padronanza rispetto ai nostri movimenti, alle nostre azioni e capacità di programmazione, progettazione e pianificazione. Lo sviluppo della capacità di padronanza corporea e lo sviluppo della funzione esecutiva della mente non sono disgiunte. Se rimaniamo esageratamente dipendenti dagli altri per quello che riguarda la padronanza corporea è possibile che lo sviluppo della nostra funzione esecutiva ne risulti rallentata o – all’opposto – esageratamente sviluppata.
La funzione esecutiva – ossia l’abilità di programmazione – ha uno sviluppo progressivo nella nostra vita. Inizia nell’infanzia, occupa tutta l’adolescenza e matura entro il trentesimo anno di vita (avete letto bene : ci vogliono 30 anni). Il problema però è un altro: se non manteniamo una relazione tra la nostra padronanza corporea e la nostra funzione esecutiva rischiamo di costruire piani, progetti, programmi che non sono rispettosi della nostra persona. Ossia rischiamo di porci standard troppo elevati oppure di avere pochissima tolleranza nei confronti della non realizzazione dei nostri obiettivi.
Ecco perchè la pratica di mettere l’intenzione – una pratica che può essere quotidiana – è così importante! Ci aiuta a integrare la padronanza corporea con la funzione esecutiva e ci aiuta a misurarci quotidianamente nel dialogo con la realtà. Ma cosa significa “mettere le intenzioni?”
Mettere l’intenzione
Mettere l’intenzione è un esercizio contemplativo che deriva dalla tradizione tibetana e presuppone una connessione con le nostre aspirazioni più profonde in modo che queste possano dare forma alle nostre intenzioni e motivazioni.Spesso usiamo intenzione e motivazione in maniera interscambiabile ma, in realtà, sono due cose abbastanza diverse e la loro differenza sta nella discriminazione e riflessione.
Le nostre motivazioni sono le ragioni che stanno dietro ai nostri comportamenti, ai nostri desideri. e possono essere più o meno consapevoli. L’intenzione invece è sempre deliberata ed è l’articolazione di una meta consapevole. Mettiamo le nostre intenzioni e le riaffermiamo per andare nella direzione che è veramente significativa per noi, anche se poi, per andare avanti, abbiamo bisogno della nostra motivazione. Abbiamo bisogno che la motivazione ci faccia da traino.
Se la nostra intenzione è correre una maratona ci sarà un momento in cui ci chiederemo “Perchè lo sto facendo?” e, in quel momento ci vuole qualcosa che vada al di là di una ragionevole motivazione. Qualcosa che ci connetta con le nostre aspirazioni e che ci permetta di andare al di là dei nostri – forse ragionevoli – dubbi e malumori. Conscia o inconscia la nostra motivazione è il perchè che sta dietro alle nostre azioni mentre l’intenzione ne è la scintilla.
Un esercizio pret à porter
Così, ogni mattina, durante la pratica quotidiana o mentre siamo sull’autobus perchè non provare a mettere l’intenzione per quel giorno, prima di buttarci a capofitto nell’azione? Servono solo 5 minuti, senza interruzioni. È la nostra intenzione che dà il tono a ciò che pensiamo di fare o a ciò che stiamo facendo. Come una musica, l’intenzione può influenzare il nostro umore, i nostri pensieri e le nostre emozioni, dando un tono e un ritmo all’intera giornata.
Come fare in pratica
Partiamo sempre dalla posizione: comoda e dignitosa in modo che ci sia possibile avere la nostra posizione e non una qualche posizione ideale che ci tortura dopo pochi minuti. L’importante è che abbia un suo radicamento. Può essere anche da sdraiati purché non sia una superficie troppo conciliante il sonno. A questo punto prendiamo qualche minuto per rilassare la schiena e le spalle per non permettere che la tensioni oscuri i dettagli della nostra esperienza.
Poi, con gli occhi chiusi, prendiamo qualche respiro profondo – diaframmatico o addominale – e lo facciamo seguire da una lenta espirazione per qualche volta. È nello spazio che segue l’espirazione che possiamo – a questo punto – porci una domanda. “Cos’è che ha valore per me? Cosa mi auguro, profondamente, nel cuore, per me, per le persone che amo e per il mondo Intero?
Rimaniamo con queste domande e aspettiamo che emerga una risposta, senza preoccuparci che accada subito. Rimaniamo con la domanda che ha più valore – forse – della risposta, lasciando questa domanda aperta anche dopo la fine della pratica, se necessario e se non è emerso un tema specifico. Siamo abituati ad avere risposte immediate ma non sempre queste risposte sono vere risposte: spesso sono reazioni a ciò che accade e che – prontamente – risolviamo, rifiutiamo o scacciamo. Fidati di ciò che può emergere e lascia che ci sia uno spazio aperto per raccogliere questa risposta rimanendo in contatto con le sensazioni fisiche o emotive che possono emergere.
Alla fine possono formarsi un insieme di pensieri o intuizioni che possono dare vita ad una specifica intenzione. Non aspettiamoci l’intuizione della vita: è la nostra intenzione per quel giorno. Può essere un augurio oppure una intenzione più focalizzata. “Che io possa essere consapevole durante tutto il giorno. Che io possa essere presente e consapevole quando sono in relazione con gli altri. Che io possa evitare di ferire gli altri. Oppure “Che io mi possa relazionare a ciò che accade con gentilezza, comprensione e serenamente. O ancora ” Che possa vivere questa giornata in sintonia con i miei valori più profondi”.
Il semplice emergere dell’intenzione ci aiuta a mettere a fuoco il tono della nostra energia e della vitalità che desideriamo dare alla nostra giornata. Possiamo – più e più volte – ripetere questo esercizio, per esempio prima di qualche incontro importante o difficile.
Dedicare la nostra intenzione
Nella tradizione tibetana mettere le intenzioni si accompagna ad un’altra pratica: dedicare la nostra intenzione. È come se completassimo un cerchio: alla fine della giornata, riconnettiamo con l’intenzione che è stata messa all’inizio del giorno. Riflettiamo, alla luce della nostra intenzione, e riconnettiamoci all’esperienza che abbiamo vissuto. È semplicemente un’altra opportunità per connetterci di nuovo con le nostre più profonde aspirazioni.
Passa in rassegna la giornata, l’umore, le conversazioni significative, i pensieri e torna in contatto con lo spirito dell’intenzione che è stata messa la mattina. Guarda quanta sintonia c’è tra le du esperienze. Non è importante passare in rassegna quello che hai fatto al riguardo e quello che non hai fatto. È importante vedere se c’è stata sinergia tra la tua intenzione e la tua giornata. Rimani con le sensazioni emotive e i pensieri che possono emergere nel farlo. Non c’è bisogno di scacciarli se sembrano negativi o afferrarli perché sembrano positivi. Semplicemente rimani in silenzio in questa esperienza.
Poi porta l’attenzione a qualcosa di positivo che è avvenuto nella giornata e porta gioia in questo seme, nient’altro che gioia. Porta gioia anche nel fatto che inizi una giornata con una intenzione consapevole. Non prolungare questo esercizio: 5 minuti sono più che sufficienti. Porta gioia nella tua giornata. Anche il semplice fatto che ci siamo impegnati è importante e ci offre qualcosa di positivo da portare il giorno dopo. Ci aiuta a connettere le nostre motivazioni e le nostre intenzioni. Non dimenticare la gioia: ha un ruolo centrale nel sostenere la motivazione per un tempo prolungato.
Focalizzarsi
Qualche volta può essere utile avere una revisione più focalizzata, soprattutto se c’è un argomento particolarmente difficile. Oppure se siamo particolarmente impegnati su un tema specifico. Mettiamo che la nostra intenzione sia quella di abbandonare l’atteggiamento autocritico. In questo caso nella dedica finale possiamo prestare particolare attenzione alle situazioni in cui siamo stati gentili con noi stessi. O a quelle in cui abbiamo evitato di criticarci. Se abbiamo una intenzione molto specifica è facile scoprire che abbiamo fallito o non abbiamo avuto un buon risultato: è facile scoprire un divario tra la nostra intenzione e come ci siamo davvero comportati. Quando questo accade è importante sospendere il giudizio e la critica. Riconosciamo che c’è un gap, un divario e mettiamo l’intenzione di lavorarci il giorno dopo, sapendo che può essere necessario ripetere questa intenzione per molto tempo. Sempre la stessa: questo non vuol dire essere ripetenti. Vuol dire essere in un processo di apprendimento. E questa consapevolezza del divario tra la nostra intenzione e la realtà ci aiuterà a dirigere i nostri sforzi senza trasformare la nostra intenzione in una meta da raggiungere, in un obiettivo. In questo modo ci daremo il tempo per essere più in sincronia con le nostre intenzioni. E, perché no, anche con i nostri obiettivi.
La direzione della nostra vita
È la nostra intenzione che dà una direzione alla nostra vita e la meditazione è il modo per affinare la nostra intenzione. Abbiamo solo bisogno di essere realisti rispetto allo standard delle nostre intenzioni.Come diceva Suzuki Roshi, “Siamo completamente perfetti. Abbiamo bisogno solo di qualche aggiustamento”. Abbiamo tutto quello che ci è necessario: dobbiamo solo affinarlo. La meditazione è il processo che ci permette di farlo. Quello che affiniamo è la nostra intenzione.
La meditazione non è una pausa: è uno strumento per approfondire e affinare la mente e ha effetto su tutta la nostra vita. Proprio come possiamo allenare i nostri muscoli, quando siamo fuori forma, nello stesso modo abbiamo una forza interna, una chiarezza e una stabilità della mente e la meditazione è un modo per portarle alla luce.
La nostra mente cambia ogni giorno, ogni ora, ogni momento, anche se noi tendiamo a percepirne più la continuità che la novità. È porosa come il tofu e assorbe le qualità dell’ambiente in cui si trova. Per questa ragione è necessario stare nell’ambiente adatto all’intenzione che vogliamo sviluppare.
Ci sono molte cose che non possiamo controllare ma, ad un certo livello, possiamo avere padronanza della nostra intenzione e del nostro coinvolgimento con la nostra intenzione e la meditazione è il periodo di tempo in cui ci educhiamo a questo. È il momento in cui sviluppiamo noi stessi e la direzione che vogliamo dare alla nostra mente, mettendo la nostra intenzione e approfondendola.
Pratica gratuita su Zoom Mercoledì 30 Dicembre alle 8 A.M. per mettere le intenzioni per il 2021! (Clicca qui per registrarti)
© Nicoletta Cinotti