
Fino a qualche anno fa le macchine fotografiche non avevano la messa a fuoco automatica: era l’occhio del fotografo che faceva il lavoro, non banale, della messa a fuoco.
Non è un lavoro banale perchè, mettendo a fuoco, si sceglie a cosa dare la priorità e cosa lasciare sullo sfondo e si può alterare la prospettiva con cui si guarda alle cose.
Questa però non è un’azione che riguarda solo la fotografia: in realtà noi, ogni giorno, scegliamo cosa mettere a fuoco e a cosa dare la priorità. E questo modifica la prospettiva con la quale guardiamo alle cose che ci accadono e a quelle che abbiamo di fronte. Potremmo dire che quando siamo preoccupati abbiamo a fuoco solo una cosa: quella che sta andando male o quella che temiamo che stia andando male.
Quando invece siamo sereni la nostra prospettiva si apre e diventa panoramica, cogliamo più particolari e vediamo meglio la relazione tra le diverse parti. Oltre a questo però è necessario aggiungere un altro aspetto, implicito nella messa a fuoco. Vediamo prima quello a cui noi diamo valore. E questo è, per me, una continua fonte di stupore. Perchè nella nostra definizione di valore tendiamo ad essere molto egocentrici. pensiamo che gli altri abbiano le nostre stesse priorità e il nostro stesso orientamento di valore.
Il valore però è squisitamente soggettivo ed è il punto d’incontro tra la nostra etica (non la nostra morale) e i nostri bisogni. Orienta non solo il nostro sguardo ma il nostro cuore. E soffre terribilmente quando siamo distratti perchè perdiamo la messa a fuoco. Così, quando siamo distratti, non corriamo solo il rischio di fare sciocchezze: corriamo il rischio di non seguire i nostri valori. E di rimpiangere poi una fatale dimenticanza.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano. Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite.
Erri De Luca
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2017 Il protocollo MBSR
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