
Tutti noi siamo soggetti a oscillazioni verticali dello stato d’animo e dell’energia. Spesso sono sbalzi d’umore inspiegabili: per un po’ ci barcameniamo felicemente nella vita sognando a occhi aperti, tranquilli e soddisfatti, poi succede qualcosa di sottile e, prima di rendercene conto, cominciamo a sentirci un po’ stressati: c’è troppo da fare, il tempo non basta mai, le richieste nei nostri confronti prendono un ritmo che ci sembra sempre più incalzante. Siamo stanchi ma scopriamo di non sentirci riposati neanche dopo una buona notte di sonno. E allora ci fermiamo un momento a chiederci: “Cos’è successo?”(…)
I periodi di stress e di esaurimento spesso sembrano capitare senza ragione, mentre oggi sappiamo che sono preceduti da processi “sotterranei” – che si sviluppano, per così dire, nello sfondo della mente –, svelati solo negli anni Novanta e nel primo decennio del XXI secolo. Questa scoperta ha mostrato che ci è possibile “fare un passo fuori” dai problemi e liberarci dall’infelicità, dall’ansia, dallo stress, dall’esaurimento delle forze, perfino dalla depressione
Le nostre emozioni erano in realtà “fasci” di pensieri, sentimenti grezzi, sensazioni fisiche, impulsi emotivi (come la voglia di urlare o di uscire dalla stanza sbattendo la porta). Ecco che cosa sono le emozioni: sono come un colore di fondo che si genera quando la mente unisce tra loro tutti i pensieri, i sentimenti, gli impulsi e le sensazioni fisiche ottenendo un tema ricorrente, uno stato mentale predominante. I diversi elementi che configurano un’emozione si contendono tutti la partita, e finiscono per intensificare (o attenuare) l’umore complessivo. È una danza intricatissima, piena di interazioni sottili, che cominciamo a comprendere soltanto ora. Prendiamo i pensieri, ad esempio: già svariati anni fa si era reso evidente che potevano governare le nostre emozioni e i nostri stati d’animo, ma solo a partire dagli anni Ottanta si è chiarito che il processo può anche funzionare all’inverso, che gli umori cioè possono governare i pensieri. Pensiamoci un attimo: il nostro umore può governare i nostri pensieri. In pratica questo significa che perfino un momento transitorio di tristezza può finire con l’autoalimentarsi, perché incupisce il nostro modo di vedere e di interpretare il mondo e quindi genera ulteriori pensieri infelici. Proprio come un cielo nero di nuvole può farci sentire altrettanto tetri, un momento di tristezza può farci andare a ripescare pensieri e ricordi destabilizzanti che incupiscono ancora di più il nostro umore. Lo stesso succede anche con altri stati d’animo, altre emozioni. Se ci sentiamo stressati, quello stress si può autoalimentare e generare ulteriore stress. Penman, Williams
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