
Molto spesso non abbiamo altra soluzione che chiudere “per sempre” una relazione. Oppure non abbiamo atra strada che incontrare un dolore. Possiamo protestare e dire a noi stessi e agli altri quanto tutto questo sia ingiusto. Ancora più ingiusto se ci sembra che tutti siano più felici di noi. Quell’interruzione ha lo scopo di proteggerci dal ripetersi del dolore e ci permette di andare avanti con maggiore serenità. Ci sono rotture che non possono avere riparazione, per le quali dobbiamo fare un lutto creativo, che ci permetta di crescere.
Se quel dolore però aveva dentro di noi un aggancio, un aspetto che lo alimentava, chiudere la relazione non porterà una soluzione ma una ripetizione.
Cercheremo di chiudere la gestalt con la relazione successiva per trovarci poi di fronte a problemi simili peggiorati dalla ripetizione. Gli aspetti disfunzionali della relazione hanno una radice che è interiore, la cui responsabilità è personale.
Trovare quella radice e curarla ci può dare davvero serenità e può permetterci di chiudere una gestalt relazionale che spesso nasce nell’infanzia e cerca di curare la realtà con l’illusione. L’illusione che se troveremo la persona giusta, magicamente guariremo da tutti i mali, nasce dalla memoria corporea del conforto. E la strada del conforto è un pellegrinaggio dentro di sé, che possiamo percorrere ogni giorno.
Troppo spesso la storia della nostra vita, non compresa e illusoria, diventa una profezia auto-realizzante. Possiamo, sempre, mettere in campo ogni tipo di prova a dimostrazione del nostro punto di vista e poi crederci, anche se non corrisponde affatto alla realtà. Jon Kabat Zinn
Pratica del giorno: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2023 Il programma di Mindful Self-compassion intensivo
Lascia un commento