
Quando vengono estratti i diamanti sono pietre grezze. Non hanno nulla della bellezza e della lucentezza che guadagnano con il taglio e la sfaccettatura. Certamente quella luce esiste potenzialmente dentro di loro ma senza quell’operazione di finitura non brillerebbero.
Noi siamo un po’ così: siamo diamanti allo stato grezzo. Poi la vita inizia a fare, dentro di noi delle sfaccettature. Quando arriva il taglio c’è dolore, delusione, rabbia ma se permettiamo a quel taglio di andare in profondità, di diventare una fonte di apprendimento non c’è situazione dalla quale non possiamo imparare e crescere in bellezza.
I problemi non sono solo difficoltà: sono anche straordinarie opportunità di apprendimento che ci permettono di entrare in contatto con una luce più grande, una opportunità diversa. Nessuno nega la difficoltà del dolore: eppure spesso sono i nostri dolori, i nostri errori, che ci hanno reso chi siamo oggi.
Attorno ai diamanti ci sono terribili storie di uomini di miniera in condizioni difficilissime, di mercanti senza scrupoli, di traffici illeciti. Perché la bellezza suscita avidità. E spesso anche noi dobbiamo fare i conti con il fatto che le nostre qualità migliori sono anche quelle che la vita ha messo più duramente alla prova. Per crescere in bellezza.
Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così belle. Il piccolo Principe
Pratica di mindfulness: La pratica informale (File audio con le frasi di Kabat Zinn sulla bellezza)
© Nicoletta Cinotti 2017 Un percorso terapeutico verso l’accettazione radicale
Foto di © martingabrielle
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