
Mi sveglio presto la mattina con il desiderio di uscire dal letto. Per tanto tempo ho provato verso questa abitudine disagio e fastidio. Poi ho capito che la mattina, all’alba, cerco qualcosa di importante, senza la quale non potrei essere nella giornata che segue.
Cerco me.
Come andiamo incontro al risveglio ci dà una misura della libertà che abbiamo costruito per noi stessi. Una libertà che sta nel mezzo dei nostri impegni e dei nostri limiti.
Cerco un atto di ospitalità nei confronti di me stessa che venga prima di tutto il fare. Mi cerco a modo mio, libera da schemi. Poi pratico e anche lì cerco qualcosa. Cerco di arrivare a quel punto fermo e impensabile, come dice Mario Luzi, dove nulla da nulla è più diviso. Non sempre ci arrivo.
Ma quando accade è come entrare nell’abbraccio del cuore, nel battito della vita, nella sintonia non solo con me ma anche con gli altri.
Da lì spesso mando le cartoline che scrivo. Perché stare lì non avrebbe significato se mancasse un atto di condivisione. Se mancasse il riconoscimento che quello spazio è – per sua stessa natura – condiviso.
E’ in quel primo, quasi impercettibile momento del risveglio, che torniamo a questa vita da un altro, più segreto, pauroso, onesto mondo. Dove ogni cosa inizia, lì in quella piccola apertura nel nuovo giorno, un’apertura che si chiude nel momento in cui iniziano i tuoi piani. David Whyte
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT online
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