
Qualche giorno fa mi è stata regalata una barretta di cioccolato fondente al 100%. Incuriosita ne ho preso un piccolo pezzetto e la prima sensazione è stata intensa: amaro assoluto. Amaro e nero. Se avessi seguito lo reazione non avrei finito di mangiare quel piccolo pezzetto di cioccolato artigianale. Ma ormai avevo iniziato.
Lentamente il cacao si è sciolto e diffuso nella bocca e alla fine mi è sembrato il cioccolato più buono che avessi mai assaggiato. C’erano persino note di dolcezza e tutto il palato aveva cambiato sensibilità.
Esattamente quello che succede negli imprevisti: all’inizio senti solo la differenza rispetto ciò che ti aspettavi e vorresti tornare indietro. Sembra peggio della peggiore ipotesi possibile. Se sostiamo, se andiamo in profondità nell’esperienza, se ci diamo il tempo per farlo, notiamo una riserva di dolcezza, sapori nuovi e qualcosa che, proprio perché mai provato prima, è infinitamente interessante. Arriviamo ad apprezzare la dolcezza del momento presente e ad affezionarci anche a qualcosa che inizialmente ci è sembrato ostico.
Così alla fine la differenza tra amaro e dolce diventa più una differenza di profondità che una differenza di cibo.
E la differenza tra amaro e dolce è come la differenza tra reagire o rispondere ad un evento. Se ci diamo tempo, stiamo nell’esperienza con tutti i sensi aperti, rallentiamo, possiamo trovare una risposta diversa, anziché la solita reazione automatica. Possiamo andare in profondità e apprezzare la dolcezza del momento. In qualsiasi momento.
Posso fare esperienza, posso lavorare solo su ciò che è la mia vita proprio ora. E’ tutto quel che posso fare. Il resto è il sogno dell’io. Charlotte Joko Beck
Pratica di mindfulness: Gratitudini minime
© Nicoletta Cinotti 2023. Reparenting ourselves
Lascia un commento