C’è un aspetto che tormenta, alla fine di una relazione o nei periodi di singletudine tra la fine di una relazione e l’inizio di una nuova esperienza. È la sensazione che nella nostra vita non ci sia più amore. Lo pensiamo perché leghiamo strettamente l’amore alla presenza di una relazione sentimentale.
Finisce la relazione e quindi – disperati – abbiamo la sensazione che sia finita anche la possibilità di provare amore nella nostra vita. A volte ci sembra di essere stati messi in punizione. Altre volte di aver subito un’ingiustizia. Altre ancora ci sentiamo in colpa come se fosse una nostra esclusiva responsabilità. In realtà le storie d’amore finiscono. Ma l’amore non sparisce dalla nostra vita.
Se leghiamo l’amore solo ad una relazione sentimentale abbiamo davvero un amore povero e chiuso. L’amore è una emozione e la possibilità di provarla non è strettamente legata ad una specifica situazione. Possiamo provare questa emozione in qualunque momento della nostra vita, della nostra giornata. E più siamo in grado di sperimentare una quota d’amore libera dai vincoli relazionali più è facile incontrare una nuova relazione. Perché l’amore – in ogni caso – si nutre di libertà. È la libertà che permette all’amore di muoversi e di coinvolgerci in altre esperienze. E non viceversa.
Aprire il proprio cuore all’amore ci rende vulnerabili alle ferite; esporsi ci rende vulnerabili al rifiuto; mettersi in gioco, vulnerabili alla distruzione …Vogliamo essere più vitali e sentire di più, ma ne abbiamo paura. La nostra paura di vivere si vede dal modo in cui ci teniamo occupati per non sentire, corriamo per non doverci fermare di fronte a noi stessi, ci stordiamo con alcol o droghe per non sentire il nostro essere. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2016 Mindfulness e bioenergetica Foto di ©GIORGINOFOREVER**
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