
Credo che siano poche le persone che non sperimentano mai una forma di sofferenza relazionale. Aprirci alla relazione significa, di fatto, aumentare la possibilità di venir feriti, di soffrire, di rimanere delusi. Perchè noi, esseri tanto prudenti, tanto timorosi di rischiare, facciamo tutto questo? Perché sappiamo che una relazione è una promessa, una possibilità di felicità non incontrabile in altre situazioni. Quando siamo felici in una relazione siamo proprio felici e quella felicità ha – sempre – un sapore di futuro.
Ha un sapore di futuro perchè vorremmo che durasse per sempre e perchè espande la prospettiva con cui guardiamo alla vita: ci mette, in qualche modo, al di là del tempo cronologico.
Tutta questa bellezza è parte di ciò che ci rende aggrappati alle nostre relazioni. Le relazioni cambiano, finiscono ma noi rimaniamo aggrappati a quella promessa. Alla felicità che abbiamo intravisto e vissuto. Come se fosse legata solo ad una specifica persona e non fosse, invece, la qualità stessa dell’amore, l’esperienza stessa della relazione, a farci felici.
Così molta della sofferenza relazionale nasce dal rimanere aggrappati al piacere e dal temere che finisca, che ci venga rubato. Se ci fidassimo del fatto che è amare che ci rende felici, se accettassimo di lasciar andare quello che è finito, forse potremmo rischiare di più e avere più possibilità per essere felici.
Abbiamo tre desideri di base: il desiderio per il piacere, il desiderio di esistere e il desiderio di non esistere. Lottiamo per realizzare questi desideri che sono saldamenti interconnessi tra di loro. La loro mancata realizzazione è alla radice della sofferenza relazionale.
Vorremmo essere amati e riconosciuti per quello che siamo – e quindi esistere per le persone che amiamo e in generale per gli altri – ma quando questo non avviene vorremmo scomparire come neve al sole. Ci aggrappiamo così al piacere cercando di scacciare il dolore e in questo modo spesso siamo come palline di un flipper, che vanno avanti con una direzione disegnata dagli altri.
La prossima volta che avvertite sofferenza in una relazione, provate a vedere se vi riesce riconoscere l’attaccamento. Vi state aggrappando a un’immagine, a un desiderio di controllo, a una speranza o a una paura? Gregory Kramer
Pratica di mindfulness: Lasciar andare (Meditazione live)
© Nicoletta Cinotti 2018 Andare al cuore della relazione: il protocollo di mindfulness interpersonale
Foto di ©battista ferrero
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