
C’è un proverbio che ci ricorda che tutto ciò a cui resistiamo rimane più a lungo. “Tutto ciò a cui resisti, persiste”. Eppure la nostra resistenza, la nostra ostinazione possono spesso avere un ruolo importante nelle nostre scelte.
A volte insistiamo perché è troppo difficile lasciar andare. Altre perché è troppo difficile perdonare.Così finiamo per credere che prima o poi, se insistiamo, avremo la meglio. Vinceremo.
Questo è possibile. È possibile che la nostra determinazione ci faccia vincere. Ma non sempre la vittoria equivale alla soluzione. E a volte i danni di una vittoria sono più grandi delle conseguenze di una sconfitta. In realtà molto spesso resistiamo perchè non sappiamo accedere al lato yang della compassione: alla protezione, al darci il sostegno necessario all’essere radicati nella nostra personale motivazione. Allora sostituiamo queste tre caratteristiche della compassione yang – protezione, risorse, motivazione – con la resistenza ma non è la stessa cosa. La resistenza si basa sullo sforzo, l’aspetto yang della compassione fa crescere. La resistenza immobilizza, la compassione yang trasforma e realizza
Quindi se vogliamo mantenere la nostra resistenza, andare avanti dritti per la nostra strada, proviamo a chiederci se la vittoria per la quale stiamo lottando sarà davvero una soluzione. E soprattutto proviamo a chiederci se ci vogliamo bene. Se insistendo stiamo davvero lottando per il nostro bene. E aspettiamo la risposta: potremmo avere delle sorprese!
Non c’è bisogno di aggrapparsi a qualcosa o di mandare via qualcos’altro; sotto la nostra reattività personale, sotto le nostre illusioni c’è la consapevolezza profonda, aperta, amorevole di tutto quello che è la nostra vita. Quando smettiamo di resistere alla vita, possiamo ascoltare ciò che sussurra sotto il rumore e i doni che già ci sono iniziano a rivelarsi. Elisha Goldstein, Bob Stahl
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2023 Formazione in reparenting
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