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Omid Safi

Allargare il cerchio dell’amore

16/07/2017 by nicoletta cinotti

Widen the Circle of Love BY OMID SAFI (@OSTADJAAN), COLUMNIST Pubblicato su On Being

Tutti noi abbiamo un ego che continua a dirci “me, mio”. Ma l’amore ci spinge. È diverso. L’amore non è solo un’emozione: è una forza divina che ci spinge oltre il nostro ego. In parole semplici potremmo dire che molta della nostra vita spirituale non riguarda esperienze mistiche, il bruciare incenso o partecipare a costosi ritiri. È piuttosto una progressione di amore dai confini del nostro ego verso cerchi più ampi, più gentili e compassionevoli.

Vale la pena fermarsi ed esplorare il nostro cuore, esplorare quanto è ampio il nostro cerchio di compassione, chiederci chi potremmo curare, infine, nella nostra vita? Perché in fondo ciò che ci muove dal nostro ristretto egoista e campanilista Sé verso una sfera più ampia è l’amore. Se questo cerchio riguarda solo noi è una forma di egoismo. L’amore ci spinge al di là e mette il benessere degli altri davanti o, quanto meno, a fianco al nostro benessere. L’amore si diffonde oltre, verso la nostra famiglia, i nostri vicini, i nostri amici. Ma non deve fermarsi qui. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio delle tue preoccupazioni riguarda solo una famiglia (la tua).
È nepotismo
L’amore mette il benessere di molte famiglie davanti alla propria. Ma non si ferma qui. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio delle tue preoccupazioni riguarda solo un popolo
È tribalismo
L’amore può portare insieme popoli che vivono dentro confini immaginari. ma non si ferma lì. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio della nostra compassione si ferma ai confini della nostra nazione
è nazionalismo rabbioso
Invece di essere protetti da un confine nazionale, abbracciamo un’intera comunità religiosa e da lì muoviamoci verso il globale e l’universale: non dobbiamo comunque fermarsi. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio della nostra compassione si ferma ai confini di una comunità religiosa (e non va oltre)
e fanatismo religioso

Dobbiamo continuare a spingere, approfondire, allargare il cerchio dell’amore. Quando l’amore arriva abbraccia tutta l’umanità senza eccezioni. Quando ogni vita umana, senza distinzioni di genere, colore, ricchezza, nazionalità, credo religioso viene abbracciata ci siamo elevati oltre i ristretti confini dell’egoismo, del nepotismo, del nazionalismo, del fanatismo religioso per arrivare ad un luogo che è degno di noi, degno d’amore.

Eppure non dobbiamo fermarci qui. Allarga il cerchio dell’amore.

Se ci occupiamo solo della vita umana, allora cerchiamo la supremazia dell’umanità. In qualche modo, in qualche forma, dobbiamo arrivare a condividere l’amore con ogni essere senziente. In qualche modo dobbiamo arrivare a vedere che la terra stessa è viva.

Che, sì, le colline sono vive con il suono della musica, E così sono le nuvole, I colibrì, le onde, l’alba, La foglia che cade in autunno, La formica nera che cammina tranquillamente sulla roccia  di notte, La neve che cade silenziosamente nel vento.

In qualche modo dobbiamo arrivare a comprendere che siamo connessi. Non possiamo essere chi siamo se la natura non è più ciò che dovrebbe essere. È un cerchio d’amore perché un cerchio finisce proprio dove inizia. Non possiamo amarci se l’amore non ci spinge oltre noi stessi, all’angolo più distante del cosmo, e poi torna a noi. Ma il “noi” che torna non è più l’ego-sé da cui siamo partiti.

In ultima analisi, l’amore ha un mandato: rimanere radicato, fondato, servendo le persone vicine ma andando oltre, verso il globale, l’universale, il cosmo. L’amore rifiuta i confini, li annulla. L’amore cancella le frontiere come le ombre scompaiono nella luce, come la nebbia evapora alla luce del sole. L’amore è divino e l’amore ama tutto ciò che è Dio. Cioè … Tutto.

Dobbiamo ricordare chi siamo e di chi siamo.

Abbiamo bisogno di ricordare di chi siamo stati
chi siamo,
e di chi saremo ancora.

Abbiamo bisogno di un promemoria che non siamo “meri relitti galleggianti nel fiume della vita”, come diceva Martin Luther King, ma che c’è qualcosa in noi di grandissimo, come tutto il cosmo. Come dice Rumi

“Veniamo fuori
dal nulla,
stelle sparpagliate
come polvere.”
Profondamente dentro di noi c’è una capacità che contiene l’intero universo. È in profondità nei nostri cuori perché è fatta ad immagine del Signore dell’intero universo.

Come diceva Martin Luther King “Se vogliamo avere pace sulla terra, la nostra lealtà deve essere ecumenica piuttosto che nazionale. La nostra lealtà deve trascendere la nostra razza, la nostra tribù, la nostra classe e la nostra nazione; E questo significa che dobbiamo sviluppare una prospettiva del mondo. Nessuno può vivere da solo. Nessuna nazione può vivere da sola, E tanto più cercheremo di farlo, tanto più avremo la guerra in questo mondo “. Martin Luther King parla della lealtà che ciascuno di noi ha e delle sue conseguenze per la pace sulla Terra. Cominciamo da ogni singola persona e facciamo la più urgente delle domande: Chi è incluso nel nostro cerchio di amore? A chi esprimiamo la fiera urgenza della compassione?

C’era una canzone che ripeteva “Quanto è profondo il tuo amore?” Buona domanda. Vale anche la pena chiedersi: “Quanto è ampio il cerchio del tuo amore?”

Permetti al cerchio del tuo amore di approfondirsi, allargarsi, espandersi fino a che abbracci l’intero universo. Quando questo avviene abbraccia anche te in un modo che ti rende intero,capace di guarire e di valore.

©Omid Safi

Trad. Nicoletta Cinotti Foto di © iam.sandramarie

Archiviato in:approfondimenti Contrassegnato con: amore, benessere, compassione, Nicoletta Cinotti, Omid Safi, ritiri, rumi

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