Spesso tendiamo a compensare un senso di incertezza e precarietà creando una vita in cui praticamente tutto diventa “chissà cosa”. Visto che manca un senso appropriato del nostro valore intrinseco, sentiamo un bisogno di esagerare, di piegarci al rovescio, di analizzare eccessivamente.
Esagerare
Per esempio, nostro figlio prende i pidocchi e ci comportiamo come se fosse successo un maremoto. Si fanno un livido e corriamo a medicarlo, spesso esagerando. Prendono un brutto voto e partono le ripetizioni. Un altro bambino li picchia e siamo pronti a portare la sua famiglia in tribunale. Ci dicono una bugia e andiamo su tutte le furie. Si annoiano, allora compriamo loro più regali, regali il cui valore di intrattenimento sarà lo stesso – limitato – di quelli che hanno già. Compiono tredici anni e lanciamo su di loro un vestito da festa per un matrimonio.
Credendo che “di più” significhi “meglio”, che “più grande” significhi “più splendente”, che ciò che è costoso abbia valore, perdiamo la capacità di rispondere alla vita senza trasformarla in una maggiore produzione. Di conseguenza, i nostri figli crescono credendo che la vita vada vissuta in fretta e furia. Nella loro esistenza di tutti i giorni, la tragedia batte la semplicità, l’agitazione sconfigge la tranquillità. Crescono drogati da una vita di alti e bassi, incapaci di sopportare l’ordinario e con una prospettiva ridotta su come attingere gioia dal quotidiano.
Sedersi con se stessi
I bambini imparano chi sono e cosa davvero li fa divertire se hanno il permesso di sedersi con loro stessi. Sommersi da attività e sottoposti a lezioni su lezioni, come possono sperare di riconoscere la loro vera voce in mezzo al rumore di tutto questo “fare”?
Quando i bambini si annoiano diventano irritabili e difficili da accontentare, continuano a dire che si annoiano e che non hanno niente da fare. Il primo istinto è quello di metterli in salvo – e, nel contempo, salvare noi stessi! Non ci si aspetta che un “buon” genitore organizzi il tempo di suo figlio? Ma mentre facciamo piani per distrarli può anche arrivare l’intuizione: “Come imparerà a governare la sua noia se io la salvo tutte le volte?”
Regolare le proprie emozioni
I nostri figli sviluppano una solidità emotiva quando hanno a che fare con le loro emozioni senza l’assistenza di un aiuto esterno. Così dire “Va bene essere annoiati. Non c’è niente di male a sentirsi annoiati. Continua pure ad annoiarti”non è un dramma.
Possono rimanere delusi per un po’, guardarci come se fossimo matti ma dopo alcuni minuti possiamo trovarli che canticchiano con soddisfazione davanti alle bambole. Hanno imparato così a regolare un’emozione che non migliora con la sovrastimolazione: la noia. La nostra insoddisfazione infatti è strettamente correlata con un deficit di attenzione, con il cercare continuamente qualcosa di stimolante. Fermarci e sentire il presente è la migliore cura, sia per la noia che per la distrazione.
Rispondere con il corpo
Fantasiosi di natura, i bambini sanno rispondere alla realtà così com’è con il corpo, l’anima e lo spirito. Ai nostri figli basta una stanza vuota, la loro immaginazione, e un complice a disposizione. Non hanno bisogno di regali costosi e di una stanza piena di giochi, ma solo della loro creatività che nasce da un centro stabile. Una volta che sono a contatto con il loro centro, imparano ad essere felici con qualsiasi cosa hanno, accorgendosi che la contentezza non nasce dal di fuori, ma da cosa si trova all’interno di noi.
Osserva qualsiasi bimbo piccolo e proverai meraviglia della sua capacità di tirare fuori qualcosa dal niente – la sua capacità di trasformare una stanza vuota in una tela per le sue fantasie e convertire il più normale dei giorni in quello più magico. Aspettiamo con nostro figlio alla fermata del bus e in tempo zero stanno giocando al negozio, vendendo oggetti ai clienti immaginari. E noi, lì che ci agitiamo e faccio fumo, chiedendoci quand’è che arriverà il bus, incapaci di immaginare un’altra realtà al di là dello stato tormentato e ansioso. Andiamo a comprare le verdure, con la fretta di scegliere, impazienti di entrare e uscire fuori. E loro, invece, sono contenti di toccarle tutte. “Questo pomodoro è rotondo come le mie guance”, “e questa melanzana è fatta come le mie lacrime”. Come fanno a vedere solo possibilità, quando tutto ciò che noi vediamo è fatica e seccatura?
Interi mondi dentro di loro
I nostri figli a questa età sono veri pionieri, scultori, cantanti, attori, drammaturghi, parrucchieri, designer di moda, piloti di macchine da corsa. Sono chef, giardinieri, pittori e scienziati. Abitano interi mondi dentro di loro. Cosa succede a questo potenziale creativo una volta che si scontrano con le scuole medie? Dov’è che si dissolve questa libera esplosione di magia in movimento? Quanto siamo responsabili di questa perdita?
Spazziamo via la capacità dei nostri figli di pensare l’impossibile in infiniti modi, più o meno sottili, limitandoli così a vivere in scatole che sono comode per noi. Ci diciamo che è per il loro bene, ma in realtà è per calmare la nostra ansia. Spazziamo via costantemente la loro percezione di una vita magica in nome della “realtà”. Alcune delle cose che diciamo loro:
-Non puoi fare il pilota di macchine da corsa, è troppo pericoloso
-Prima impara a stare fermo, poi penserai a fare lo scienziato
-Se non hai orecchio per la musica come fai a diventare un cantante?
-Recitare è per sognatori
-In questa famiglia non si diventa giardinieri
-Sei troppo bassa per fare la modella
-Penso che dovresti fare la maestra
-Penso che saresti un bravissimo dottore
Pieni di fiducia e liberi di volare
Quando i bimbi sono pieni di fiducia, vedono solo ricchezza, opportunità, espansione e avventura, hanno una fede immensa nella bontà dell’universo. E’ un nostro dovere spirituale consentire loro di alimentare e nutrire la loro capacità innata di rapportarsi alla vita. E’ troppo presto per scoppiare le loro bolle di sapone. Lasciamo che danzino senza preoccuparci della performance finale. Lasciamo che disegnino senza che interessi loro se il risultato è bello o brutto. Lasciamo che vadano a scuola senza essere ansiosi del voto che prendono, realizzando che se investiamo troppo sui voti o su quanto sono bravi in un determinato hobby, loro iniziano a perdere interesse sull’insegnamento e si focalizzano solo sulla perfezione del risultato. Lasciamoli volare con l’immaginazione senza dire loro che non sono pratici per farlo.
Detto questo, così come gli ormoni influenzano i bambini nell’utero, noi continuiamo a influenzarli con il nostro comportamento per tutta la vita. Per questo non esporre i bambini al nostro stress è un ottimo modo per educarli alla felicità. Non esporli non significa fare finta di essere calmi. Significa essere gli adulti che vorremmo che loro diventassero. Essere genitori consapevoli il prima possibile nella vita del bambino diventa davvero importante.
E qualsiasi passo verso la consapevolezza, non importa a che punto dello sviluppo del figlio, è meglio che niente.
In ogni occasione, incoraggiamo figli ad ascoltare la loro voce più intima, ad amare il processo dell’apprendimento, ad essere felici di padroneggiare una competenza, a festeggiare nel correre un rischio, a ridere di se stessi quando fanno degli errori. Questo è il modo in cui insegniamo loro a manifestare il loro vero potenziale creativo.
© Nicoletta Cinotti 2016 © Silvia Cappuccio 2016