
Ho chiesto ad Anna Maria Palma e Lorenzo Canuti – che condurranno il Kindness Lab per la Giornata internazionale della gentilezza, perché hanno scritto questo libro
Gratitudine. Avevamo voglia di partecipare a tutte le persone con le quali condividiamo il nostro quotidiano a livello personale e professionale il nostro sentire, il nostro pensare. In qualche maniera il nostro agire. Atti che si sono consolidati, sicuramente evoluti insieme a queste persone, camminando uniti lungo i nostri sentieri di evoluzione. Avremmo voluto citarli tutti: la persona che ha partecipato ai nostri corsi formativi, chi ha elaborato le sue dinamiche nelle sessioni di coaching e counseling, i responsabili delle risorse umane delle diverse organizzazioni che ci hanno dato fiducia, ma anche i nostri familiari, grandi maestri di vita su queste tematiche e poi i nostri amici. Tante persone veramente tante a nutrire la nostra gratitudine e a ricordarci sempre la frase di Garcia Marquez nel suo scritto “Il pupazzo”:
«Quante cose ho imparato da voi uomini».
E nella citazione di così tante persone ci siamo anche scusati se qualcuno non è stato nominato, soprattutto fra colleghi con i quali ci siamo formati, ma da tempo il nostro lavoro, diremmo, la nostra vita è talmente intrisa di ogni parola, pensiero, contributo che, via via, abbiamo ascoltato o letto, che alla fine ci è risultato difficile essere specifici sulla persona a cui dobbiamo un apprendimento e per quale argomento.
Da tempo sosteniamo e siamo allineati con quanto esprime Jefferson:
«Quando un’idea viene diffusa, nessuno ne possiede di meno poiché ogni altro possiede il suo intero.
Chi riceve un’idea da me, riceve lui stesso indicazioni senza diminuire le mie: come chi accende la sua candela dalla mia, riceve luce senza lasciare me al buio.»
Gentilezza. Avevamo desiderio di testimoniare il fatto che la relazione ha bisogno di cura e di attenzione costante e che la gratitudine è un sentimento capace di metterci in condizioni di essere gentili. Non viviamo la nostra esistenza come isole, sappiamo di far parte sempre e comunque di un arcipelago e abbiamo sperimentato che la gentilezza, la gentilezza dell’esistere, che nel libro viene approfondita e declinata nelle sue ‘praticità’, rafforza quel senso di appartenenza capace di sostenerci nelle continue personali evoluzioni.
Disconferma. Abbiamo riflettuto su tutte quelle circostanze nelle quali questo senso di appartenenza è incrinato da gesti ordinari di disattenzione, che passano nel quotidiano come frettolosità e che poi silenziosamente diventano ‘normali’. Eppure….piano piano, corrodono la relazione, minano la fiducia che abbiamo in noi stessi e negli altri.
Sentirsi ignorati, sentire svalutate le proprie azioni e poi sfidare in continuazione il quotidiano per essere riconosciuti, apprezzati, se non ‘addirittura’ amati, instilla inesorabilmente, goccia dopo goccia, una faticosità dell’esistere che nessuno di noi merita e tanto meno desidera.
Abbiamo così focalizzato la nostra attenzione sul fenomeno della “disconferma”: tu non esiti, io non ti vedo. Tu non hai qualità. O se ti vedo ti faccio capire che non sei importante. E se hai qualità ti faccio arrivare che non mi interessano. Incredibilmente “la disconferma” genera un sentimento ben peggiore del conflitto, seppure questa parola già denoti uno stato avariato della relazione. In realtà, nel conflitto io esito, tu ce l’hai con me e mi stai comunque prendendo in considerazione, ma nella disconferma sono negato. Inconsistente!
E questo avviene in qualunque tipo di organizzazione: “coppia”, “famiglia”, “scuola”, “azienda” nelle sue varie realtà.
Italo Calvino ha scritto: “Riconoscere sé stessi come individui può essere facile
ma l’importante è riconoscere che sono individui anche gli altri”.
“La gentilezza che cambia le relazioni” affonda le sue radici in queste terre della nostra realtà alla ricerca di ogni disponibilità, ascolto, attenzione verso l’altro, presenza, comunicazione aperta e ogni altra linfa vitale capace di nutrire il grande albero della relazione autentica ed assertiva. Ciascuno di noi, come marito, moglie, madre, padre, figlio, ma anche professionista, impiegato, manager, dirigente d’azienda, formatore, coach, counselor può assumere la sua response-ability, riconnettersi con le sue linfe vitali e creare piccole differenze, continuamente.
Perché, nei prossimi anni, la maggiore sfida evolutiva che attende l’uomo non sarà tanto in strabilianti conquiste tecnologiche ma nell’osare una gentilezza dell’esistere.
E in questa direzione le parole di Zukav ci sostengono e ci motivano in un divenire a cui la consapevolezza amorevolmente ci orienta costantemente: “Abbiamo molte cose da fare. Facciamole insieme. Facciamole con intelligenza, amore e gioia.
E facciamo che sia l’esperienza umana.
© Anna Maria Palma e Lorenzo Canuti Dalla Rubrica Addomesticare pensieri selvatici
Anna Maria Palma e Lorenzo Canuti saranno a Genova, nella sede di Via Frugoni 15/2 Domenica 12 Novembre alle 18 per presentare il loro libro e condurre un Kindness Lab. Per partecipare è assolutamente necessaria l’iscrizione su Eventbrite (clicca sulla parola Eventbrite). L’iscrizione è personale: 1 iscrizione 1 mail.
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