
Molti dei nostri pensieri e della nostra proliferazione mentale nasce da un conflitto: quello tra l’immagine di sé e il nostro sé reale.
Pensiamo perché non siamo all’altezza dei nostri standard ideali. O perché rimaniamo aggrappati all’insoddisfazione per non averli raggiunti. Oppure perché li abbiamo raggiunti ma temiamo di non poterli ripetere e trasformiamo così la nostra soddisfazione in una frustrazione.
Dietro a questi pensieri sta una sottile paura, elusiva, che ci è difficile riconoscere. Protegge la nostra immagine ideale attraverso l’allarme nei confronti dell’incertezza e della novità e si autoalimenta. Perché la paura crea altra paura e va avanti con la sua forza propulsiva che ci spinge all’azione.
Per uscire da questo circuito di paura e proliferazione mentale abbiamo bisogno di fare tre semplici passi:
- ricordarci la natura in constante cambiamento delle cose attraverso la consapevolezza del respiro
- sentire l’energia delle nostre emozioni senza rimanere rinchiusi dal loro significato. Cercarne la risonanza nel corpo.
- allentare le tensioni fisiche che le mantengono attive.
In questo modo il nostro contatto con noi stessi e con il mondo diventa il contatto che avevamo all’origine: paziente come una meridiana, quieto come un lago, intimo come un bambino.
Siate semplicemente con il vostro respiro. Siate con i vostri pensieri discorsivi. Questa purezza porta un senso di sollievo e di pace, chiamato salvezza individuale. Pace significa, in questo caso essere senza complicazioni. Non è uno stato di tranquillità fine a se stessa: è solamente una semplicità fondamentale e una fondamentale condizione ordinaria. Quella pace, quella semplicità per sua natura è vuota. Non ha nulla su cui dilungarsi, perciò è fondamentalmente nuova e pulita, libera dallo sporco, libera dalla sciattezza. È vuota. Chogyam Trungpa
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2023 Il protocollo MBCT online
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