
Non sempre è facile riconoscere quello che sentiamo. In parte perché – se è un’emozione costante o molto ripetuta – finiamo per cadere in una sorta di assuefazione. E questa assuefazione è come un pilota automatico: ci allontana dalla realtà del momento presente.
È una specie di insonorizzazione: l’emozione ci arriva coperta e filtrata. Questo accade molto spesso con l’ansia. Siccome è scomoda e frequente, finiamo per coprirla con una specie di analgesia che ci fa sentire torpidi e confusi. Magari per svegliarci prendiamo il caffè ma – siccome aumenta l’ansia – ci sentiamo ancora più offuscati.
In quei momenti è come se un mago avesse fatto un incantesimo. Per uscire da quell’incantesimo non abbiamo bisogno di trovare una soluzione. Abbiamo bisogno di sentire quello che sta succedendo, fermarsi con il respiro, portando l’attenzione al corpo. Allora possiamo scoprire che a volte le emozioni sono in strati, una sopra l’altra e se le riconosciamo e nominiamo possiamo riprendere vitalità e lasciare che si trasformino in qualcosa di diverso. Ascoltare è la formula per uscire dall’incantesimo dell’ansia. Ascoltare ciò che è vicinissimo, ciò che è vicino, ciò che si allontana, ciò che è lontano. Perché l’ansia offusca togliendo il senso della prospettiva mentre se ascoltiamo, con cerchi sempre più ampi – o sempre più profondi – possiamo diluirla, allargando il panorama dell’attenzione.
Una volta diventati adulti è difficile riportare le emozioni nel loro regno e non investire i segnali fisici della propria ansia. A volte la somatizzazione scatena veri e propri attacchi di panico che contribuiscono a rafforzare l’idea della vulnerabilità come minaccia per la sopravvivenza. In questo caso imparare strategie di conforto è fondamentale perché è la paura di andare in pezzi che ha più bisogno di strategie personali di consolazione. Cinotti, Nicoletta. Genitori di sé stessi (la pietra filosofale) (Italian Edition) (pp.94-95). Enrico Damiani Editore. Edizione del Kindle.
Pratica di mindfulness: Rabbia e paura: una pratica oppure una vecchia pratica che merita di essere rispolverata Mindfulness e dolore fisico
© Nicoletta Cinotti 2023 Il programma di Mindful Self-compassion
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