Quando vogliamo cambiare, la prima cosa che pensiamo è cercare una soluzione: agire diversamente, fare di più o fare di meglio.
Raramente pensiamo che se vogliamo cambiare è necessario aumentare la nostra energia. Siamo esseri viventi e abbiamo un bilancio energetico che ci spinge avanti, fatto di carica e scarica, non diversamente da tutti gli esseri viventi. Se manteniamo costante il nostro livello d’energia sarà difficile produrre un cambiamento solo perché cambiamo attività. Anzi, finiremo per aggiungere impegni e diminuire ulteriormente il nostro livello energetico.
Per aumentare l’energia abbiamo due strade: sciogliere il conflitto interiore che mantiene segregate le nostre risorse o aumentare la lunghezza (non l’ampiezza) del respiro.
In entrambi i casi – sciogliere un conflitto interiore o aumentare la lunghezza del respiro – ci sono tre semplici strumenti: consapevolezza, espressione e padronanza. A volte la sola consapevolezza è sufficiente per permetterci di nominare ciò che alimenta il conflitto e averne padronanza.
A volte il respiro agisce come una goccia e scava la dura pietra delle nostre difese.
Non siamo abituati a pensare alla personalità in termini di energia: ma le due cose non possono essere disgiunte. La quantità di energia che un individuo impiega e il modo in cui la impiega determina necessariamente la sua personalità e si riflette in essa. Alexander Lowen
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©chamarelli
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