Il significato della parola mindfulness è presenza mentale. Una presenza mentale che è così piena che comporta una valenza affettiva e ne è intrisa. Così non è mai solo un capire ma è piuttosto una presenza che comprende noi stessi e il mondo, così come si svolge di fronte ai nostri occhi.
L’opposto è mindlessness, ossia assenza mentale. Potremmo definirla distrazione oppure, meglio ancora non presenza. È uno stato che conosciamo: quando arriviamo in ufficio senza nemmeno sapere che strada abbiamo fatto sperimentiamo la mindlessness. Eravamo catturati dai pensieri – che non ci assicurano certo presenza – ed è entrato in funzione il pilota automatico. Quando appoggiamo le chiavi e un attimo dopo non sappiamo più dove sono siamo mindlessness: ossia non siamo presenti. O meglio il nostro corpo è presente e la nostra mente è altrove.
Quello che però mi colpisce di più è l’assenza di emozioni relazionali che c’è nell’essere mindlessness, nel non essere presenti. Possiamo fare qualsiasi gaffe, qualsiasi atto aggressivo e non ce ne accorgiamo perché è come se il cuore fosse avvolto nell’ovatta. A volte questa viene definita crudeltà narcisistica. Quando, per egoismo o egocentrismo, si fanno cose che feriscono senza accorgersene. Insomma quando non siamo presenti possiamo diventare un po’ crudeli senza accorgercene. Sembrare egocentrici o narcisisti o terribili egoisti. In realtà siamo assenti a noi – magari attirati da qualche idea o fantasia – e così diventiamo assenti anche per gli altri. Oppure, semplicemente, un po’ incuranti della loro situazione. Delle esigenze della relazione.
Non è cattiveria: è che se rimaniamo chiusi nella nostra mente, nei nostri pensieri, nelle nostre fantasie, perdiamo il cuore. Così, giorno dopo giorno, senza neanche accorgerci. Poi, quando ci ri-svegliamo, quel dispiacere è Maestro. Maestro del valore di essere presenti.
Ogni momento dell’interazione con un’altra persona diventa una parte del nostro sentiero di risveglio. Gregory Kramer
Pratica del giorno: Grounding
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
Foto di ©fuzzy jr
E’ stata davvero una luce interessante sulla mia “distrazione” che è proprio come è descritta qui: non presenza. Grazie.
Davvero doloroso fermarsi per sentire le parti ferite ,sentire la loro voce,star loro accanto. La corazza che mi difende da questo dolore da tempo mi da l assenza mentale e di cuore impedendomelo.