Possono esserci tante fonti di ansia nella nostra vita ma, forse, una è alla base di tutte le altre: è l’ansia per l’imperfezione.
Identifichiamo quello spazio imperfetto come un segnale di pericolo da disattivare prima possibile ma in realtà quell’ansia per l’imperfezione copre una buona notizia: siamo interi e possiamo essere in armonia con l’interezza delle cose anche includendo una imperfezione. Non è necessario essere perfetti per sentirsi interi. Anzi. Forse è proprio l’ansia per l’imperfezione che ci sottrae il piacere del nostro essere così come siamo. Ci sottrae la possibilità di dirci che andiamo bene così.
Lasciar andare l’ansia per l’imperfezione non significa essere compiacenti verso i nostri difetti. Non significa rinunciare al cambiamento: significa comprendere che tutti noi siamo misurati dalle nostre imperfezioni e che possiamo iniziare a praticare gentilezza nei confronti di quello che non va anziché rigore e giudizio, odio e paura.
Come sarebbe oggi la nostra giornata se la dedicassimo alla gentilezza nei confronti delle nostre imperfezioni?
[box] Pratica informale: accogliere con gentilezza:
1) Riconoscere le nostre imperfezioni: siamo tutti imperfetti; 2) Osservare i giudizi che emergono rispetto a quello che non va: potremmo scoprire molto sui nostri schemi mentali 3)Porta la tua attenzione alle sensazioni fisiche che il giudizio fa emergere e prova a consolarti come faresti con un bambino che ha bisogno di conforto. Puoi farlo per pochi secondi o per un tempo più lungo: scegli quello che è più adatto a te. Goldstein, Stahl[/box]
Dio è coricato supino sotto il mondo
Sempre impegnato in riparazioni, sempre qualcosa si guasta
Avrei voluto vederlo per intero ma vedo
Solo la suola delle sue scarpe e piango. Yehuda Amichai
© Nicoletta Cinotti 2016 Il mese della gentilezza Foto di ©mar.martin
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