
Sarà capitato anche a te di provare fastidio per una ricetta scritta per telefono, invece di un appuntamento in studio. Oppure di esserti trovato disorientato per una risposta frettolosa e impersonale ad una domanda che, invece, per te era importante e personale.
Eppure spesso ricevo la richiesta di consigli, suggerimenti, cure virtuali, per mail. Senza aver mai visto la persona mi viene chiesto che cosa ne penso di qualche sintomo “strano” e personale. Rimango sempre colpita da questa difficoltà a prendersi sul serio. Tanto sul serio da consultare direttamente qualcuno. Come se, per alcune cose, non volessimo davvero prenderci cura ma, piuttosto, sentire che qualcun se ne è preso cura.
Come se avessimo una pigrizia di fondo: la pigrizia rispetto all’occuparsi dei nostri bisogni. La pigrizia di ascoltare il nostro corpo e discernere tra i tanti segnali, quelli importanti da quelli secondari.
Corriamo tutto il giorno, lavoriamo, ci impegniamo in tante attività. Qualcuna per noi, molte per le persone che amiamo. E, alla fine, non rimane tempo per ascoltarsi. Però, siccome il dubbio, quello sì, rimane, chiediamo a qualcuno la benevolenza di ascoltarci e fare per noi quello che noi non riusciamo a fare: prenderci sul serio.
Non farlo. Impara a riconoscere – tra i tanti segnali che manda il corpo – quelli che richiedono cura da quelli che sono solo segni della nostra vitalità. Non aver paura di prender confidenza con la tua vita. Non lasciare che siano gli altri a scegliere cosa è importante e cosa è secondario. Cosa è da curare e cosa è da ascoltare. Non lasciare che siano gli altri i chiaroveggenti del tuo futuro. Prevedilo tu, grazie alla consapevolezza del presente.
© Nicoletta Cinotti 2017
….consapevolezza del presente, questo “io sono ” in questo momento, senza la baruffa dei pensieri figlia del tempo mal custodito. …centralità del silenzio. Un fuori tema chi mi incanta. Fonte di guarigione? ?
Forse si, fonte di guarigione!