
Dalla mia stanza vedo sorgere il sole: un appuntamento mattutino che mi è spontaneo rispettare.
Ma non è l’alba che mi colpisce: è l’aurora. Quell’annuncio che colora il cielo e apre il panorama. Che porta dalla notte al giorno. Che precede l’arrivo del sole, silenziosamente. Non focalizza l’attenzione in un punto ma apre lo sguardo e lo prepara a quello che arriverà.
È in questa transizione che ogni cosa del giorno diventa possibilità e speranza, e solo dopo desiderio. È come se l’aurora fosse l’apertura delle possibilità e il desiderio fosse il sorgere, pieno e forte, del sole. Senza quella speranza, senza quella ampiezza delle possibilità, il desiderio non sarebbe lo stesso.
Se abbiamo solo desideri e non speranze e possibilità perdiamo l’apertura dell’aurora e la transizione tra la notte e il giorno, così preziosa. Abbiamo bisogno dell’ampiezza dell’apertura, per focalizzare quali sono poi, davvero, i nostri desideri.
Senza quel sorgere di una cosa dal mare delle possibilità il nostro movimento non avrebbe direzione. Ma senza quel mare di possibilità non avrebbe speranza.
Una delle caratteristiche della vitalità è il fatto di essere in contatto. Potrete chiedervi: in contatto con che cosa?In contatto con tutto ciò che si trova nel raggio e alla portata delle percezioni sensoriali. Essere in contatto significa essere consapevoli di ciò che accade dentro di voi e intorno a voi. E’ qualcosa di completamente differente dal conoscere, che è un’attività più intellettuale che percettiva. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: I desideri
© Nicoletta Cinotti 2022 il Programma di Mindful Self-compassion
Queste bellissime immagine dell’aurora che Nicoletta ci ha comunicato mi hanno riportato alla memoria una filosofa Maria Zambrano che ha tanto parlato dell’Aurora. Sono andato e rileggere qualche passo del libro che questa ha dedicato proprio all’Aurora. Vi trascrivo un passo conclusivo: mi paiono parole perché bellissime e che mi sono sempre di grande aiuto nel tentativo sempre rinnovato di leggere la realtà che via via la vita mi riserva.
” Si accende nei cieli l’Aurora come fosse una cosa della terra: come un fiore che, per la sua purezza e il suo ardore, ha raggiunto il confine dove terra e cielo si schiudono e si abbracciano. Quasi fosse l’abbraccio senza uguali tra cielo e terra, un abbraccio che perdura e non si scioglie facilmente. Non è un miraggio: è un’azione o meglio un atto unico e, quindi, un essere. Un essere che in quell’atto vive insieme – nello stesso istante – la propria nascita e la propri trasfigurazione.
Il colore acceso, la fiamma quieta, coagulata, celestiale sfuma senza lasciare traccia di sé né nostalgia, come una promessa già compiuta e che, finché siamo qui, su questa pianeta, tornerà a compiersi in un eterno ritorno […].
La fiamma accesa si fissa e cade senza spegnersi: non c’è estinzione in essa, ma solo nella visibilità del suo ardere perché, una volta data, la visione luminosa deve cedere il posto al bianco dell’alba che la fiamma riscatta e fa rinascere per poi abbandonarla lasciandola così, bianca ma accesa, ad accendersi nel biancore.Qualcosa che non si otterrebbe senza la pura fiamma: sarebbe allora rimasta così, l’alba, semplicemente bianca, come una sposa destinata a essere dimenticata, sempre più fredda.
Il biancore acceso dell’alba fa sentire che essa è in parte formata da un’acqua che solo a momenti diventa percepibile: dalle acque originarie, sulle quali lo Spirito si coricava nelle nozze. Segno reale, dunque, delle nozze originarie da cui proviene l’intero creato. E questa Aurora che vediamo, dissolvendosi in questo modo, ci rimanda all’amore che genera e feconda, primo amore da cui scaturisce tutto l’universo che ci avvolge e che può allora essere -…..- la bocca dell’eternità senza uscita, dove la luce non avrebbe potere di salvezza con una luce senza potere e un’oscurità senza manifestazione E l’Aurora, fedele, attraversando con le sue ali tese tutte le metamorfosi e i cambiamenti necessari senza sottrarsi mai all’ombra dello Spirito Santo, questa Aurora reca con sé la luce che redime le tenebre: luce inconcepibile, l’unica bramata dal cuore inquieto di ogni creatura, l’unica che gli dà pace.””
C’è qui più di qualche collegamento al titolo che i cristiani hanno dato da sempre a Maria: Mistica Aurora della Redenzione….
Caro Mario,
grazie di cuore per il tuo commento e per la generosa condivisione delle parole di Maria Zambrano. Inoltre non la conoscevo e, quindi, questo è un regalo in più! Buona giornata! Nicoletta
Cara Nicoletta grazie a te dei post che ci mandi quasi giornalmente. Sono molto importanti per me e mi fanno riflettere su tante cose. Nel pensiero di Maria Zambrano, nelle sue opere, nella sua vita – se avrai la possibilità di conoscerla – troverai una miniera di tesori. E’ una filosofa spagnola che ha vissuto tanto in esilio: il suo pensiero non di facile comprensione alla prima lettura, viene esposto in forma poetica e parte dalle sue esperienze di vita per andare nel profondo della realtà.
Pace Mario