
Molte persone pensano che meditare significhi andare altrove, in un luogo migliore, diverso. In uno spazio in cui sperimentare e sperimentarsi significhi trovare alternative a quello che viviamo.
Nella mindfulness – invece – meditare significa fare un radicale atto d’amore nei confronti della propria vita, così com’è. Me lo ricordo spesso: me lo ricordo nei momenti in cui le cose vanno bene ma, soprattutto, nei momenti in cui le cose non vanno bene.
In quei momenti la tentazione di dissociarsi da ciò che accade, la tentazione di correggere o rimproverare, può ri-emergere con facilità. E, invece quelli sono i momenti in cui, accogliere le cose per come sono, permette di andare più in profondità nell’esperienza e riconoscere quello che stiamo provando come parte del panorama della nostra vita.
In fondo è l’amore per la nostra vita che ci permette di andare in profondità: qualsiasi rifiuto ci lascia in superficie. A volte ci fa navigare lontani, altre ci fa rimanere a galla. Ma solo la profondità ci permette di dare, a ciò che accade, un senso. Allora non saremo noi a prendere le distanze da ciò che accade ma ciò che accade che, semplicemente, si allontanerà per lasciare spazio a qualcosa di nuovo.
Così la prospettiva diventa radicalmente diversa. Non meditiamo perché tutto vada bene. Pratichiamo perché non abbiamo altra vita che questa e non vogliamo disperderla con superficialità. Ma incontrarla con sincerità.
La pratica consiste nell’aprirsi all’intera gamma degli stati d’animo e stati mentali, nel percepire l’energia che attiene a ciascuno di essi, nel diventare consapevoli dell’esperienza del corpo e della mente, e lasciarli scorrere, sorgere e allontanarsi, come nubi nel cielo. Joseph Goldstein
Pratica di mindfulness: Meditazione sul lasciar andare
© Nicoletta Cinotti 2023 Be real not perfect: verso un’accettazione radicale
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