
Ci fidiamo molto di quello che pensiamo: pensare ci aiuta a scegliere, a decidere, a programmare, a organizzare.
C’è solo un piccolo ma non insignificante dettaglio: il pensiero è convincente anche quando non è vero. Così, se nutriamo la proliferazione mentale, nutriamo anche le nostre illusioni.
Perchè pensare qualcosa, a volte, non è distinguibile dall’averlo fatto. Non solo perché un pensiero può essere in grado di metterci nello stesso stato animo di un fatto realmente avvenuto ma proprio perchè ci convince, in qualche modo misterioso, che quella cosa l’abbiamo fatta davvero.Questo dà il via a situazioni paradossali: è perché pensiamo troppo che mangiamo troppo convinti di essere stati “leggeri”; che studiamo troppo poco perché crediamo di aver capito anche senza approfondirlo, che non rispondiamo, perché ci sembra che sia chiaro anche senza specificare. E la lista degli equivoci potrebbe essere infinita.
Così dietro al procrastinare, dietro alla pigrizia, dietro alla difficoltà di passare all’azione non c’è solo passività: c’è un proliferare di pensieri che è così nutriente che ci convince che quello che pensiamo sia, ormai, quasi fatto.
Quel quasi è la misura della nostra illusione che, quando crolla, non ci riporta con i piedi per terra ma sottoterra. Perché solo in quel momento ci rendiamo conto di quanto i pensieri e la tecnologia possano consumare il tempo senza lasciarci nulla di concreto.
Allora, se ci rendiamo conto che abbiamo la testa piena di pensieri possiamo anche semplicemente domandarci: c’è qualcosa che non sto vedendo? Mi sto illudendo su qualcosa? E poi, come un lasciapassare, scegliamo di fare qualcosa che stiamo evitando di fare.
Perché l’evitare, il proliferare dei pensieri e l’illusione sono tre fratelli gemelli che stanno sul confine tra sogno e realtà.
La consapevolezza di ognuno è uno spazio davvero ampio nel quale risiedere; non c’è momento in cui non sia un’alleata, un’amica, un santuario, un rifugio. E non è mai assente, solo che a volta è velata. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Tornare a casa
© Nicoletta Cinotti 2023 Tornare a casa: una giornata di pratica a Genova
«pensare qualcosa, a volte, non è distinguibile dall’averlo fatto»: questa frase mi ha fatto pensare alla delusione dei risvegli dopo un sogno particolarmente soddisfacente e realistico. Quante volte viviamo nell’illusione di un pensiero, per quanto realistica? Grazie! Un post davvero importante…