
Tendenzialmente siamo abituati a guardare agli eventi attraverso la lente del giudizio. Qualcosa ci piace e quindi lo mettiamo nella categoria eventi positivi. Qualcosa non ci piace e quindi lo mettiamo nella categoria eventi negativi. Spesso queste categorie sono appropriate, altrettanto spesso si rivelano giuste solo momentaneamente. Se guardiamo in profondità rivelano tutti i limiti del giudizio che non riesce mai a considerare lo svolgersi di un processo.
Un altro modo di guardare alle cose potrebbe essere dalla prospettiva della nostra reazione corporea: in questo caso potremmo accorgerci che non sempre il corpo è d’accordo sulla valutazione della mente. A volte potremmo accorgerci che, un evento che giudichiamo piacevole, Per il corpo è però un evento che mette sotto pressione. Pensiamo ad un atleta. È bello vincere ma per il corpo potrebbe essere stato uno stress troppo alto, che richiede recupero.
Per riconoscere i nostri segnali di stress, per ascoltare se anche il corpo è d’accordo con il giudizio della mente è importante riconoscere le tre grandi categorie a cui appartengono i segnali di stress: attacco, fuga o freezing.
La risposta corporea che va nell’area dell’attacco è caratterizzata da tensione alle spalle, alla mandibola, al collo. Si accompagna con calore, soprattutto alle braccia e nella parte alta, e irrequietezza motoria. La fuga è caratterizzata da freddo, soprattutto agli arti, desiderio di non essere in quella situazione, evitamento, brividi, stanchezza, sensazione di scarsa presenza. Il freezing è accompagnato da una sensazione di blocco, offuscamento, fatica a pensare, senso di vuoto.
Se guardassimo agli eventi dalla prospettiva del corpo potremmo accorgerci più volte di quanto il nostro corpo richieda semplice consolazione. Di quanto sia importante prendersene cura anche in maniera affettuosa e non solo atletica. Di quanto, a volte, una buona tazza di tisana, in poltrona, sia curativa quanto una corsa. La vera risposta da dare al corpo è sempre semplice: addolcire la tensione, confortare il dolore – fisico ed emotivo – e rimanere aperti. Chiudere è sempre dire “preparati a combattere”.
Molto del caos che c’è nel mondo è causato dal fatto che le persone non apprezzano se stesse. Chogyam Trungpa
Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi aprire (Breve file audio)
© Nicoletta Cinotti 2017 Il protocollo MBSR
Foto di © De Rode Olifant
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