
La gentilezza non è solo un atto formale: può nascere come una regola di buona educazione, possiamo impararla come una serie di comportamenti preferenziali, ma non è cortesia.
La cortesia ci rende le cose più semplici ma può rimanere un’attitudine superficiale, che non coinvolge davvero il nostro atteggiamento di fondo verso ciò che accade.
Essere gentili, in profondità, significa qualcosa di più. Significa sentire la punta tagliente della vita, riconoscerla e accettarla. Significa non reagire a quello che accade ma fargli spazio perchè ci insegni qualche lezione nuova.
Significa anche imparare a riconoscere che gioia e dolore possono essere intrecciati, l’uno l’altra faccia dell’altro. Maestri severi quanto necessari della nostra crescita. La nostra gioia può comportare per qualcun altro un disagio quando non un vero e proprio dolore. Il nostro dolore può non suscitare immediata comprensione e sostegno. È in questi momenti che sorge la gentilezza: nei momenti in cui vediamo le cose dal nostro punto di vista e includiamo anche la prospettiva esterna perchè non possiamo essere gentili senza includere – nell’universo delle priorità – qualcosa anche degli altri.
Così la gentilezza nasce come una delle prime emozioni sociali e insegna che quello che accade a noi riverbera negli altri.
Spesso perdiamo gentilezza proprio di fronte all’impotenza a cambiare le cose, quando ci troviamo con le spalle al muro, quando ci troviamo ad accettare qualcosa che avremmo volentieri rifiutato. È in quei momenti che scegliamo. Scegliamo se propagare il nostro dolore agli altri o se arrestare il cerchio del dolore, con la gentilezza. Con la compassione che sorge con la gentilezza e con la generosità che nasce da entrambe.
L’esperienza non è ciò che succede a un uomo, ma ciò che l’uomo fa con ciò che gli succede. Aldous Huxley (Citazione di Anna Maria Palma)
Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire (Oppure la diretta FB alle 7.30. Se non hai FB la trovi, dopo la fine, sul mio sito in home page o nella pagina Meditazioni Live)
© Nicoletta Cinotti 2017 Andare al cuore della relazione: il protocollo di Mindfulness interpersonale
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