
Controllare è una azione silenziosa e automatica. Lo facciamo continuamente senza rendercene conto. Eppure quell’automatismo richiede molta energia perchè dietro ha un’intenzione più grande, più complessa e più faticosa.
Certamente controllare le mail, controllare i messaggi, controllare l’ora è automatico e a volte sembra senza una particolare intenzione. Dietro al nostro controllare però stanno due azioni più grandi e faticose: controlliamo perchè non vogliamo lasciar andare qualcosa che sta svanendo. Oppure controlliamo perché vorremmo che le cose fossero diverse da come sono.
Quando controlliamo perchè non vogliamo lasciar andare qualcosa che sta svanendo cerchiamo di opporci alla fine. Rimaniamo aggrappati a qualcosa per paura di perderlo e ci opponiamo così al fluire delle cose. Ci convinciamo che sarebbe meglio che durassero ancora come se potessimo conoscere il futuro e scegliere che cosa è meglio per noi.
Quando invece controlliamo perché vogliamo correggere la realtà, perché vogliamo evitare l’errore, nutriamo l’illusione di poter modificare il corso degli eventi. In entrambi i casi siamo come il masso che ostacola il corso del fiume. Prima o poi l’acqua lo muoverà. Prima o poi la corrente lo trasporterà altrove e tanta fatica finirà per rotolare al mare. Le cose, alla fine, prendono il loro corso. Non è trattenendole, non è correggendo che riporteremo la realtà ai nostri desideri. È per questo che nella pratica di meditazione rimaniamo fermi: per osservare la nostra tendenza ad aggrapparci, per osservare la nostra tendenza a correggere. Nessuna delle due tendenze è eliminabile probabilmente ma osservandole senza agire si compie un piccolo miracolo: restituiamo a noi stessi la possibilità di essere come siamo e alla realtà di essere com’è. E onoriamo entrambi con gentile fermezza
Impegnandoci sinceramente nella pratica zen diventiamo sempre più capaci di capire che il fango è semplicemente fango. Non è stato messo lì apposta per avvilirci, svalutarci o impedirci di procedere. Accettiamo di incontrarlo nel nostro viaggio, lo attraversiamo e semplicemente andiamo avanti. Brenda Shoshanna
Pratica informale di mindfulness: Ogni tanto, durante il giorno, chiediti cosa stai controllando. Cosa stai cercando di cambiare? Cosa non vuoi lasciare?
Pratica formale di mindfulness: Be water
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