
Ci sono emozioni che sentiamo poco perché hanno un basso volume. Emozioni come la tenerezza, la gratitudine, sono spesso presenti ma silenziose. Coperte dall’energia di emozioni più ad alto volume, come la rabbia o la paura. Sopraffatte dalla velocità e dalla fretta. Dalla tensione o dall’ansia.
Richiedono un po’ di attenzione in più è uno sguardo rivolto all’interno, perché sono presenti ma ricoperti dalla nostra iperattività.
Come sarebbe se guardassimo alla nostra agenda non dal punto di vista del carico ma della gratitudine? Se prima di incontrare qualcuno ci sintonizzassimo sull’opportunità di quell’incontro, sulla fortuna di poterlo fare, di poterci essere. Sulla fortuna di avere un corpo che ci porterà lì e che ci accompagna da sempre? Non è l’invito all’educazione questo ma l’invito a coltivare – attraverso l’attenzione – i nostri sentimenti delicati, quelli che non urlano ma che hanno lo stesso dimora nel corpo. Quelli che nutrono l’appagamento, la soddisfazione, la consapevolezza per ciò che è stato fatto invece che per il tanto che ancora dobbiamo fare. Come sarebbe se i nostri movimenti fisici ed emotivi partissero da questo luogo, il luogo della gratitudine, che non dà mai per scontato che tutto rimarrà come prima?
È un segno di mediocrità quando dimostri la tua gratitudine con moderazione. Roberto Benigni
Pratica di Mindfulness: Prova la breve pratica sulla gratitudine che trovi sulla mia pagina FB o sulla pagina Meditazioni live e ripetila più volte nelle tue giornate.
Poesia del giorno: La pazienza delle cose comuni
© Nicoletta Cinotti 2017 Il protocollo MBSR
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