Una delle scoperte più significative, quando ho iniziato a praticare mindfulness, è stato accorgermi che le emozioni che provavo erano quasi tutte emozioni reattive.
Avveniva qualcosa nell’ambiente e io reagivo, fisicamente e emotivamente, a quell’evento. Fuori dalle mie reazioni tutto galleggiava in una specie di assenza, anzi, forse sarebbe meglio dire, in una calma assente.
Ho capito piano piano quanto questa assenza di emozioni non reattive fosse legata alla mia scarsa intimità con me stessa: mi occupavo di me solo quando succedeva qualcosa. Fuori da un’evento critico, ero data per scontata. Sapevo che avrei funzionato. Mi fidavo di come funzionavo e tutto il resto mi era indifferente, incluso le mie emozioni.
Con il tempo ho compreso quanto perdevo, perdendo le emozioni dell’intimità con me stessa. Ho compreso quanto è più ricco il tessuto emotivo della nostra vita, al di fuori e oltre la nostra risposta o reazione agli eventi; ho capito che esisto e sono sensibile alla vita stessa e non solo ai problemi. Ho capito che la mia capacità di provare amore, compassione, di incontrare davvero gli altri con affetto e semplicità risiede nell’intimità con me stessa e che se non so essere intima con me stessa mi è molto difficile essere davvero intima con gli altri.
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©joto25
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