
Il nostro atteggiamento verso i sentimenti “negativi” e la nostra preferenza per i sentimenti “positivi” può creare un piccolo paradosso. Infatti è come se il signor Goodheart – quello dei sentimenti positivi – volesse uccidere il signor Badheart – quello dei sentimenti negativi. In questo modo però Goodheart non è più tanto buono.
Da questo paradosso derivano tante conseguenze, altrettanto paradossali. A volte, per esempio, costruiamo la nostra felicità sull’infelicità altrui. Spesso non è un altro lontano – e se anche così fosse sarebbe comunque un paradosso – ma addirittura la persona con la quale vorremmo tanto condividere la nostra felicità. E per farlo mettiamo condizioni che lo rendono infelice.
Oppure desideriamo vendicarci di chi ci ha fatto soffrire e così, per ottenere giusta vendetta, sacrifichiamo qualcosa per noi prezioso. Meglio esser noi a distruggere che qualcun altro?
Forse il punto è che sia noi che gli altri siamo luminosi e oscuri, ombrosi e soleggiati e il signor Goodheart e Badheart hanno bisogno di essere presi per quello che sono: momenti transitori, non solidi, che richiedono ascolto più che azione. Comprensione più che giudizio. Spazio e respiro più che fretta e azione. Chi non sa perdonarsi distrugge il ponte su cui passa il cambiamento.
Chi non perdona gli altri distrugge il ponte nel punto in cui anche lui deve passare. Proverbio Masai
Pratica di mindfulness: Le parti esiliate: meditazione di reparenting
© Nicoletta Cinotti 2022 Scongelare il cuore e tornare a casa:Reparenting ourselves: ritiro residenziale
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