Qualche giorno fa era avanzato del sugo di pomodoro, cucinato con dei pomodori del “piennolo” (tipici pomodorini del Vesuvio che si appendono a grappoli per conservarli) coltivati da un nostro amico che non usa fertilizzanti chimici né pesticidi.
Questo sugo aveva un odore e un colore che facevano elevare la fame dei miei occhi e delle mie orecchie a livello 10 (giusto perché la scala è da 0 a 10!).
Ho deciso, allora, di concedermi un piccolo regalo, un tenero ricordo. Ho preso una fettina di pane e ci ho messo un’abbondante cucchiaiata di quel sugo con un po’ di parmigiano sopra, proprio come faceva mia nonna quando ero piccola.
E’ bastato un morso per entrare nella cucina di mia nonna, la mia nonna tanto amata che voleva farmi mangiare perché pensava fossi troppo magra. Non era invadente però e mi dava da mangiare il “cibo dei grandi”. Io mi sentivo coccolata e divertita.
Ancora adesso, guardando la fotografia riuscita male di questo pezzetto di pane col sugo mi viene il sorriso sulle labbra, mi viene in mente lo sguardo dolce di mia nonna, mi rimane in bocca il sapore acidulo e fresco del sugo di pomodoro.
Un morso, un mondo. Un regalo in un istante.
