
Diventare se stessi non è uno scherzo: ci mettiamo praticamente tutta la vita perché siamo tirati da due forza contrapposte: il desiderio di appartenere e il desiderio di differenziarsi. Sono due forze che in una famiglia sana non dovrebbero essere in contraddizione tra di loro ma è difficile che una famiglia appoggi tutte le spinte alla differenziazione. Perché differenziarsi a volte può fare paura, altre volte può sembrare pericoloso.
Così, anche se diventiamo adulti, una parte di noi rimane disponibile, per appartenere, a sacrificare la propria libertà. Non è un sacrificio indolore. A volte è un sacrificio che rende sacro quello che facciamo. A volte è un sacrificio che si trasforma in un regalo immeritato all’altro.
Perché possa avere senso correre questo sacrificio è necessario un impegno reciproco: anche la famiglia di appartenenza deve essere grata, deve dare riconoscimento. Deve riconoscere la possibilità di differenza al suo interno. Deve riconoscere la verità dell’esperienza di tutti e ammettere che non esistono pari opportunità ma differenti opportunità per ciascuno dei suoi membri. Questo è vero nelle organizzazioni, nei luoghi di lavoro, nelle associazioni.
Ci deve essere un patrimonio condiviso e un’attenzione al singolo perché la relazione possa sostenere queste due forze contrapposte – il desiderio di appartenenza e il desiderio di differenziazione – Perchè un porto sia davvero sicuro deve permetterci riparo ma anche la possibilità di partire. E spesso la salute di una famiglia, di una organizzazione, di una istituzione si vede proprio negli arrivi e nelle partenze. In come si accoglie la novità e in come si saluta chi decide di esplorare il mondo. L’importante è ricordarsi – sempre – che queste dinamiche possono sembrare personali ma, invece, sono epiche.
Molte donne che denunciano abusi familiari vengono allontanate anziché consolate; molti dipendenti che denunciano mobbing vengono isolati e penalizzati. Non sono loro che sono sbagliati: è il gruppo che soffre di un assunto di base malato – quello che Bion chiamava l’assunto di attacco e fuga – che organizza comportamenti aggressivi contro il singolo per confermare la propria forza. Ogni persona ha diritto di denunciare: ogni abusato ha diritto di essere consolato.
Tra vent’anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Così molla l’ormeggio. Lascia il porto, cattura il vento con le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri. Mark Twain
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2018 Il protocollo MBCT
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