
Fidarsi di ciò che emerge: l’intimità con il presente
Nelle precedenti istruzioni di Mindfulness interpersonale – Pausa, Rilassa, Apri – abbiamo messo le basi per le tre caratteristiche fondamentali della pratica: la consapevolezza, la calma e l’accettazione e la reciprocità.
Con queste istruzioni siamo pronti ad incontrare il momento presente, consapevoli, accoglienti e fiduciosi nella spaziosa libertà della consapevolezza della natura sempre in cambiamento della realtà.
Fidarsi di ciò che emerge
Fidarsi di ciò che emerge significa entrare nel territorio del cambiamento, imparando a riconoscere come la nostra esperienza nasce da fattori sottostanti. Questa istruzione ci aiuta a stare in contatto con l’insicurezza e l’ambiguità di un presente in continua trasformazione. Una istruzione che richiede di accettare l’inevitabilità del cambiamento lasciando la nostra tendenza ad aggrapparci ad una aspettativa oppure ad un desiderio. Questo riconoscimento della mutevolezza della realtà, offre, paradossalmente una stabilità perché ci libera dalla speranza infondata di poter avere qualcosa di immutabile.
Abbandonare l’obiettivo
Questa istruzione significa anche abbandonare un obiettivo pre-definito. Certamente non significa abbandonare il desiderio di avere una relazione più saggia con l’esperienza. Significa, piuttosto, riconoscere che non sappiamo come sono davvero le cose, né come ottenerle. Senza per questo rinunciare ad un pieno ed energico impegno nel presente.
Significa lasciar andare le immagini e i giudizi che coprono la nostra consapevolezza, liberando la nostra intelligenza naturale.
La pratica
Possiamo iniziare a praticare a partire da CINQUE elementi:
- Lasciar andare i piani: Siamo pieni di cose piccole e grandi che mettiamo in agenda. Il primo invito è a prendere consapevolezza di questi piani, programmi, progetti, per esplorare cosa può accadere se li mettiamo in secondo ordine rispetto all’opportunità di essere presenti nell’esperienza;
- Lasciare andare il peso del controllo: Proprio adesso prova ad entrare nel presente senza pressione per realizzare qualcosa, invita te stesso a lasciar andare la tendenza a controllare:
- Non sapere: prova ad incontrare gli altri e le esperienze del presente senza pretendere di sapere prima cosa sono e dove possono portare;
- Incontra il cambiamento: prova ad incontrare il presente e il cambiamento, così come arrivano.
- Il sorgere della curiosità: se lasciamo andare i nostri programmi emerge una curiosità che ci sintonizza con lo svolgersi del presente, che ci permette di dimorare con pazienza e leggerezza nel presente. Che sposta la saggezza dal sapere al non sapere prima che le cose accadano. Ci lascia così aperti a tutto
Incontrare la natura della mente
La pratica di consapevolezza non serve per rivelare la nostra conoscenza concettuale delle cose. Serve, piuttosto, per abbandonare il peso e le limitazioni costituite da ciò che sappiamo già. Serve per ammorbidire la nostra tendenza a costruire piani, a costruire il nostro mondo, per aprirci alla vulnerabilità dell’incertezza, che è così connessa all’esperienza vitale. Ci permette di osservare come costruiamo l’attaccamento a progetti e risultati ben precisi, lasciandoci il tempo di tornare nel flusso dell’esperienza.
Riconnettersi con le sensazioni
I nostri sensi sono la porta d’accesso per riconoscere la qualità in continuo cambiamento dell’esperienza. Possiamo farlo riportando con semplicità l’esperienza, al continuo cambiamento delle sensazioni fisiche. Possiamo notare cosa accade quando il corpo tocca il cuscino e il continuo cambiamento del senso di pressione e contatto, focalizzato o diffuso, piacevole o spiacevole. Più sottilmente possiamo accorgerci che la sensazione stessa è vibrazione e che le sensazioni percettive sorgono e svaniscono continuamente. Possiamo scoprire la natura connessa al contatto della sensazione e notare come questa sia in continua trasformazione. Possiamo notare il continuo cambiamento di ciò che ascoltiamo e di ciò che vediamo.
Cosa significa fidarsi
Fidarsi di ciò che emerge non significa fidarsi tout court delle persone ma fidarsi del fatto che andremo incontro al cambiamento con consapevolezza e accoglienza e che questo ci permetterà di emergere dall’esperienza più saggi e più compassionevoli di come ci siamo entrati.
Come la mente diventa più chiara e più capace di sintonizzarsi con il presente dell’esperienza, “fidarsi di ciò che emerge” diventa un invito a cedere – anzichè resistere – ai cambiamenti che la vita ci presenta. Ricordarci questa istruzione guida significa notare i momenti in cui ci abbandoniamo al cambiamento, con coraggio e gratitudine.
© Nicoletta Cinotti 2023 Be real not perfect: verso un’accettazione radicale
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