
Non voglio spoilerare il contenuto di questo breve romanzo di Tatiana Tîbuleac ma devo dirti almeno chi sono i protagonisti: una madre divorziata, un figlio adolescente e borderline nel senso letterale del termine, un’estate, un piccolo paese del nord della Francia con pittoreschi abitanti e un’ospite che fa un miracolo: il cancro.
Il miracolo del cancro non è la guarigione dalla malattia ma, grazie alla sua presenza, è una potente formula di guarigione del rapporto tra una madre e un figlio. Guarisce come guariscono tutte le cose che diventano improvvisamente preziose perché brevi. La storia inizia proprio in questo periodo dell’anno e va oltre la fine dell’estate anche se, in quella breve stagione, due vite vengono trasformate insieme. Diventano due vite diverse che non dimenticheranno mai quell’estate in cui si sono concesse di fare cose pazze e tenere.
La struttura del libro è molto originale e interessante: è divisa in sezioni che hanno tutte un riferimento all’unica cosa che questo figlio amava di sua madre: gli occhi verdi.
Anche solo leggendo in progressione il titolo di ogni sezione si ha una breve poesia
Gli occhi di mia madre erano uno sbaglio
Gli occhi di mia madre erano i resti di una madre bella
Gli occhi di mia madre piangevano da dentro
Gli occhi di mia madre erano il desiderio di una cieca avverato dal sole
Gli occhi di mia madre erano campi di steli infranti
Gli occhi di mia madre erano le storie che non mi aveva mai raccontato
Gli occhi di mia madre erano gli oblò di un sommergibile di smeraldo
Gli occhi di mia madre erano conchiglie cresciute sugli alberi
Gli occhi di mia madre erano cicatrici sulla faccia dell’estate
Gli occhi di mia madre erano germogli in attesa
Ma, soprattutto, l’estate in cui sua madre ebbe gli occhi verdi, non finì mai
© Nicoletta Cinotti 2023 Addomesticare pensieri selvatici
Tatiana Tîbuleac, L’estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi, Keller editore