Un corso che ha per titolo Mindful eating and conscious living è già di per sé più che affascinante, inoltre la presentazione era stata molto convincente sia per ciò che riguarda il programma, decisamente stimolante che per la conduttrice apparsa immediatamente competente e molto positiva. Mi sono approcciata a questo corso con grande curiosità e aspettativa era tanto tempo che cercavo una cosa del genere e sono felice di dire che la mia fiducia è stata premiata.
Il protocollo prevede una parte pratica preponderante e chi ha già partecipato a percorsi di mindfulness si ritrova ad adoperare pratiche già note come il body scan o la meditazione camminata sperimentando un insolito ambito di applicazione delle pratiche formali. Sono numerose anche le pratiche informali di osservazione e indagine sulla propria relazione diretta e indiretta con il cibo.
Durante il mio percorso ho trovato alcune suggestioni davvero interessanti come scoprire fin da subito che esistono ben 9 tipi di fame e che essendo questo un punto fondamentale , uno degli impegni dell’allenamento proposto, è proprio quello di affinare la capacità di riconoscerli e distinguerli.
Un altro spunto che ho trovato rilevante è stato scoprire quante affinità esistano tra i “sintomi” legati al senso di fame e la percezione dell’ansia. Ciò subito mi ha fatto riflettere su quanto le due condizioni siano correlate, facilmente confondibili e quindi quanto sia frequente essere tratti in inganno e ritrovarsi a mangiare svogliatamente o voracemente nel tentativo vano, inefficace e frustrante di soddisfare un bisogno che siamo così poco abituati a riconoscere.
L’obiettivo del corso non è quello di far dimagrire o far ingrassare ma quello di allenare e migliorare possibilmente l’osservazione di noi e del nostro sentire rispetto all’esperienza del cibo sui piani corporeo , emozionale e di pensiero .
Pratico la mindfulness da pochi anni e ho vissuto questo protocollo come una splendida occasione per migliorare la confidenza e l’intimità con me.
Come in altri protocolli anche in questo è prevista una pratica quotidiana durante il periodo di intervallo tra un incontro e l’altro ed è proprio qui che sono avvenuti gli insight più significativi. Per quanto mi riguarda oltre alle mie osservazioni personali sulla mia relazione col cibo e anche con le sue radici c’è stata una espansione della consapevolezza ad una riflessione profonda sulla gestione delle risorse e del cibo nel pianeta intero. Noi occidentali siamo sovralimentati di superfluo e talmente dipendenti da esso da non saper più distinguere la fame dalla sete, il bisogno dal desiderio, la fame di cibo per il corpo dalla fame di cibo per il cuore. Siamo così distratti dal “pilota automatico” da non accorgerci di subire continuamente tentativi di manipolazione da parte di un sistema che ci trasforma in macchine di consumo sfrenato facendoci pagare il prezzo altissimo della perdita di contatto e di intimità con noi stessi e con i nostri reali bisogni oltre che farci ingrassare dismisura!!
L’incontro con la mindfulness è stato per me rivelatore e ho sentito di poter contestualizzare questa pratica in ogni campo della mia vita sia personale che professionale. Il protocollo di Mndful eating e conscious living offre opportunità di confrontarsi con la pratica di consapevolezza in una sfera molto concreta e immediata con la quale tutti facciamo i conti e più volte al giorno e da lì la possibilità di aprire prospettive di osservazione e scoperta infinite ed inimmaginabili.
La pratica di consapevolezza per me è un po’ “ricominciare” e può rappresentare un modo semplice e al tempo stesso avventuroso di vivere la vita in tutti i suoi aspetti assaporandola fino in fondo, proprio come il cibo.
© Michela Verardo 2018
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