
Ci sono momenti in cui le parole sono fresche di giornata, nascono dall’esperienza del momento presente e dalla sua originalità e altri momenti in cui nascono come narrazioni con una storia lunga quasi come la nostra vita. Le parole che nascono con già tanta storia alle spalle rischiano di farci rimanere intrappolati nella ripetizione…e qui un piccolo spiegoncino ci vuole.
Quando la nostra attenzione vaga tendono ad emergere le preoccupazioni su di noi. Dobbiamo ringraziare un sistema di default che è fatto per individuare possibili pericoli e così, nel tempo libero, monitora la situazione in cui ci troviamo per vedere se siamo a rischio. Prende ad esempio i pericoli passati e “guarda” se ‘è qualcosa che potrebbe rimetterci nelle stesse difficoltà. Così iniziano le rimuginazioni che rafforzano proprio quei tratti del nostro carattere che avremmo bisogno di ammorbidire. Insomma ci fa entrare nella vita di testa, come nuotatori ai blocchi di partenza.
Se però abbiamo svegliato il corpo a sufficienza quello che può attirare la nostra attenzione non è solo ed esclusivamente un pensiero. Anche il corpo può attirare l’attenzione e possiamo così stare nelle cose che accadono senza attivare le nostre rimuginazioni ma sentendo e ascoltando, le sensazioni fisiche, le sensazioni emotive e i pensieri. Entriamo nelle cose tuffandoci di piedi anziché di testa e le parole sono “fresche”, sensoriali, aderenti al momento presente. Quello che accade non è qualcosa di già vecchio e consumato ma qualcosa di fresco, un’apertura di molte possibilità. Ogni momento così diventa un punto di svolta per il cambiamento e un meraviglioso laboratorio di esplorazione della nostra mente. E tutto senza doverci pensare ma tuffandoci nelle cose nel modo più sicuro: di piedi!
Elogio dei piedi
Perché reggono l’intero peso
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare
Perché portano via
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali
Perché scalzi sono belli
Perché sanno piantarsi nel mezzo della strada come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puskin
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella
Perché non sanno annusare e non impugnano armi
Perché sono stati crocefissi
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio
Perché come le capre amano il sale
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte
Perché i piedi non mentono Erri De Luca, Altre prove di risposta
Pratica del giorno: Grounding (breve video)
© Nicoletta Cinotti Mini corso gratuito di mindfulness
Breve audio