
A volte penso che la strada della consapevolezza – che ognuno di noi percorre a proprio modo – sia una piccola odissea. Ci sono pericoli ciclopici che possiamo superare solo fingendosi Nessuno; pericolose seduzioni che potrebbero trascinarci via in qualsiasi momento, come delle sirene. E per resistere abbiamo bisogno di essere radicati all’albero maestro.
Possiamo correre il rischio di dimenticare tutto, anche noi stessi e la nostra terra. Possiamo incontrare la maga Circe e avere ogni sorta di peripezie. In fondo però, la nostra rotta è Itaca. È tornare a casa, in quello spazio in cui sappiamo di essere noi stessi, senza illusioni.
Con onestà allora, incontriamo le nostre qualità originarie, la nostra vera natura.
Pratichiamo quella disciplina della memoria – come la chiama Kabat Zinn – che è ricordarsi di tornare presenti, di non lasciarsi sedurre dall’amnesia, che ci fa sembrare più semplice dimenticare che ricordare.
Tornare a casa però non sarebbe la stessa cosa se qualcuno non ci avesse aspettato. Penelope così è la musa dell’attesa e del ricordo che, malgrado le nostre divagazioni, spera nel nostro ritorno. Penelope è la nostra pazienza: non ci giudica per la velocità, la fretta, la distrazione con la quale conduciamo le nostre giornate. Ci aspetta.
Forse la cosa più spirituale che ognuno di noi può fare è semplicemente guardare, vedere con gli occhi della propria interezza e agire, di conseguenza, con integrità e gentilezza. Jon Kabat Zinn
Pratica di Mindfulness: Riportare a casa parti rifiutate di sé
© Nicoletta Cinotti 2023 Reparenting
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