
Spesso abbiamo un piccolo e silenzioso compagno: il dubbio. Ci fa credere che sia meglio pensare bene alle nostre azioni ma poi, in realtà, ci trattiene in un indugio che ci fa dimenticare il tempo.
Così una parte dei rimpianti della nostra vita nascono non dall’aver sbagliato ma dall’aver indugiato troppo a lungo in qualcosa che, invece, sapevamo già come sarebbe andato a finire.
Indugiamo perché non siamo mai sicuri di quello che pensiamo. E, soprattutto, indugiamo perché abbiamo tante idee e poca fiducia, invece, in quello che sentiamo. In quel rilevatore interno di conoscenza che ci permette di prendere una direzione e di fare le nostre scelte.
Così molto spesso abbiamo il rimpianto di aver saputo che cosa dovevamo fare e di esserci trattenuti dal farlo per paura di sbagliare. Abbiamo fatto un errore di omissione e siamo affondati nella palude del dubbio sottraendoci alla scelta per troppo tempo.
Così, per scegliere, abbiamo bisogno di non indugiare e di non lottare. La lotta è un vano tentativo di cambiare le cosa, l’indugio è la paura che il dubbio scatena.
Per attraversare il fiume – dice il Sutta – abbiamo bisogno di nuotare.
La meditazione è un metodo di sviluppo mentale che ci permette di guadare le acque della mente. La zattera è la meditazione, che ci consente di rimanere a galla laddove, altrimenti, affogheremmo. Il fiume è il samsara, la ruota della vita, i sei regni dell’esistenza, il corpo, la mente e le emozioni.
“Signore come hai attraversato il fiume?”, “Senza indugiare, amico e senza lottare ho attraversato il fiume”, “Ma come hai potuto farlo, oh signore?”. “Se indugiavo, amico, affondavo, e se lottavo venivo trascinato via. Pertanto amico, non è indugiando e non è lottando che ho attraversato il fiume”. Citato da Mark Epstein
Pratica di mindfulness: Tornare a casa (file audio senza pubblicità)
© Nicoletta Cinotti 2023 Tornare a casa: Genova 27 Maggio
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