
Una delle domande che mi vengono fatte più frequentemente è, “Quanto dormi?”. È vero: io dormo poco ma dormire poco non è uguale a soffrire d’insonnia. Dormo poco per abitudine appresa in quarant’anni di ritiri di meditazione – dove alzarsi presto è la regola – dormo poco perché nella mia famiglia d’origine dormire fino alle 8 di mattina era quasi uno scandalo. Dormo poco perchè ho sempre voglia di allungare le mie giornate, in una forma di avidità di vita. Per l’insonnia però ci sono piccoli consigli utili, perché l’insonnia, invece è brutta e spesso è legata ad emozioni non elaborate che ci svegliano. Per me l’insonnia è attivata dal senso di colpa.
Dormire non sempre è una cosa semplice, come ci ricorda Luisa Merati, così avere qualche piccolo consiglio, può aiutare.
- Ogni notte è una notte nuova: non andare a letto pensando che sarà un tormento come la notte precedente. Non serve se non a farti andare a letto già agitato.
- Il sonno è un processo che non può essere forzato, per cui sforzarsi di dormire di più può essere controproducente.
- Lascia perdere il sonno ideale: di fatto è una preoccupazione inutile che può essere una interferenza con il lasciar andare che induce il sonno.
- Non giudicare: è facile considerare negativamente l’essere svegli e positivamente il dormire perché questo può nutrire il processo di avversione che è responsabile dell’insonnia.
- Riconoscere e accettare la tua insonnia può essere più importante del combatterla. Se non riesci a dormire considera l’ipotesi che sia meglio alzarsi che passare lunghi periodi di tempo svegli a letto.
- Abbi fiducia nella capacità del tuo corpo di autoregolare il ritmo sonno/veglia e cerca di non interferire con troppi stimolanti o calmanti. Considera che il tè, oltre che il caffè, può indurre insonnia e che l’alcool è responsabile di molti disturbi del sonno.
- Sii paziente con la qualità e quantità del tuo sonno. Ricordati che l’intolleranza aiuta l’insonnia!
© Nicoletta Cinotti 2023