Spostare l’attenzione al corpo, come abbiamo sinteticamente visto in Grounding e Mindfulness: L’ancoraggio al corpo, porta un sollievo emotivo che rappresenta un primo passo significativo verso la regolazione delle emozioni ossia la stabilizzazione dell’attenzione. L’altro passo necessario per regolare le proprie emozioni è affrontare le emozioni difficili. Perché dovremmo farlo? Perché, se inevitabili, le emozioni difficili sono quelle che possono portarci fuori della nostra finestra di tolleranza. Inoltre sappiamo che la strategia di evitamento, se sembra portare risultati immediati, a lungo termine non solo non funziona ma peggiora la situazione generale.
Quali sono le emozioni difficili?
Rabbia, ansia, paura e in genere gli affetti negativi, sono considerate emozioni difficili perché possono iper attivarci oppure renderci esageratamente intorpiditi e riluttanti all’azione. In ogni caso, anche le emozioni negative forniscono informazioni su ciò che sta accadendo dentro di noi e diventano distruttive solo se le agiamo senza consapevolezza, oppure se tentiamo di scacciarle o ci rimaniamo invischiati, come succede nella ruminazione.
Ancorare le emozioni al corpo
Ogni emozione corrisponde ad un pattern di attivazione corporea ma spesso siamo consapevoli solo dei pensieri che emergono in connessione alle sensazioni. Spesso i pensieri seguono un modello stabile di dialogo interno o ammonimento: 1) Non mi piace questa emozione; 2) vorrei non averla; 3) non dovrei provare proprio questo; 4) provo questa emozione perché sono inadeguato;5) sono inadeguato!
L’emozione tra corpo e pensiero
Le emozioni si esprimono con uno schema di attivazione fisica che, a sua volta, attiva una serie di processi di pensiero. Se riusciamo a riconoscere la qualità di risposta corporea che attivano possiamo evitare di finire invischiati nel passaggio successivo che è il processo di pensiero delineato prima. Quando il processo di pensiero è iniziato è molto più difficile padroneggiarlo e riportare l’attenzione alle sensazioni corporee mentre se la nostra consapevolezza corporea è presente e “allenata” è più semplice cogliere i segnali fisici senza farsi trascinare dai pensieri. Essere consapevoli del corpo è più facile, inoltre, perché il corpo è più lento e tangibile. Le emozioni sono percepibili in più parti del corpo, spesso non connesse tra di loro. Per mantenere l’attenzione al processo corporeo in corso può essere d’aiuto nominare, con un semplice esercizio di noting, le sensazioni provate. Questo nominarle interiormente ci permette di comprendere anche se si stanno attivando giudizi o atteggiamenti difensivi. Il tono emotivo della notazione infatti, in questi casi si modifica.
Le emozioni ancorate al corpo
Come sappiamo la regolazione delle emozioni ha tre scopi principali: permetterci di comprendere il significato di ciò che accade e confortarci o stimolarci. Per questa ragione, per facilitare questo processo, movimenti di scioglimento della tensione, come quelle sperimentate nella classe d’esercizi, o di conforto, come l’esercizio Addolcire, confortare, aprire, possono aiutare. Notare le emozioni significa essenzialmente rivolgersi con consapevolezza alla propria esperienza interiore, oscillando tra la percezione del processo corporeo in corso e l’attenzione al respiro che attiva i processi corporei rilassanti. Il lavoro che facciamo quindi è una specie di oscillazione tra il grounding focalizzato alle sensazioni corporee e lo spostamento dell’attenzione in varie parti del corpo. L’attenzione focalizzata, o grounding, diventa la base sicura a cui ritornare se le sensazioni sono troppo difficili da gestire, lo spostamento dell’attenzione alle varie parti del corpo ci permette di non rimanere invischiati in una specifica sensazione ma piuttosto di ampliare il campo della consapevolezza.
Gli esercizi
Per ancorare le emozioni al corpo è necessario accettare un processo di apprendimento per quella che è una facoltà innata, ma spesso dimenticata: sentirci. Possiamo farlo attraverso la pratica del Body Scan, oppure la sequenza di esercizi della Mindful bioenergetics. Entrambi questi esercizi sono ascoltabili nella pagina Audio.
a cura di ©Nicoletta Cinotti
Ogni volta che ci ancoriamo nella nostra corporeità ci riconnettiamo con ciò che realmente siamo, ci riappropriamo di quel tempo rubato a noi stessi e inevitabilmente anche agli altri, quando, gravati da chiusure e insicurezze, ci allontaniamo dal presente.
Aprirsi nel presente quindi, affinchè la vita non sia un brancolare distratto.
Affinchè le parole con cui ci relazioniamo al mondo siano autentiche, siano il significato delle tracce che producono nell’anima.
Lorella