Il noting è un modo sintetico per riconoscere ciò che sorge nel momento in cui sorge e ha due funzioni principali.
La prima è quella di stabilire una sfera di consapevolezza, uno spazio interiore dove non essere catturati da un pensiero o una emozione – o dalla nostra reazione a questo pensiero e questa emozione – ma poterli esplorare, nominare e passare alla sensazione successiva.
La seconda funzione è quella di fornire una specie di sistema istantaneo di feedback:possiamo osservare se nominiamo la nostra esperienza con accettazione, fretta, risentimento e così via. Se percepiamo un tono di giudizio o di autocritica, possiamo fermarci, lasciar andare e riportare all’accettazione.
Il noting svolge anche un’altra funzione indiretta: ci rimanda il fatto che le cose cambiano continuamente. Potremo così osservare in prima persona come le cose mutano continuamente e come possiamo passare da uno stato positivo ad uno neutro, da una condizione piacevole a una spiacevole. Il nostro compito, rispetto a questo flusso di continuo cambiamento, non ė quello di giudicalo ma di osservarlo e di respirare dentro a tutto il processo.
Piccolo avvertimento: il noting non è un esercizio linguistico. Non perdiamoci in sottigliezze lessicali. Quello che stiamo facendo è un atto di riconoscimento che ha il compito di non farci trascinare dalla marea dei pensieri.
Il noting è una forma di pensiero che tiene occupata produttivamente la nostra mente. Quando sentiamo che la nostra attenzione è stabilizzata possiamo tornare all’oggetto primario della meditazione, che sia il respiro o l’osservazione dei pensieri o delle emozioni.
a cura di nicoletta cinotti
Lascia un commento