
Impariamo con l’imitazione: non c’è tanto altro da dire. Niente più dell’esempio è convincente. Se qualcuno è coerente con ciò che insegna ci fidiamo e facciamo invece fatica se mostra incoerenza tra ciò che dice e ciò che insegna. A volte può bastare davvero poco per suscitare un senso di incertezza rispetto a chi abbiamo davanti. Questo vale per tutto ma soprattutto vale per le emozioni. Non crederemo facilmente ad un genitore che dice con aria arrabbiata che non ci si deve arrabbiare e così via.
Ma l’apprendimento più silenzioso, percettivo e contagioso rimane quello dell’ansia. Alla nascita non proviamo ansia. Proviamo paura per quello che succede e, piangendo, chiediamo di venir consolati. Proviamo paura per tante ragioni diverse: a volte ci spaventa un rumore, a volte qualcosa di improvviso, a volte perchè abbiamo un dolore che non sappiamo calmare. Piangendo attiriamo i nostri genitori che ci calmano. O almeno ci provano ma non sempre funziona. Se il nostro genitore arriva preoccupato a cercare di calmarci, quell’ansia e quella preoccupazione la respiriamo anche noi e così impariamo a passare dalla paura all’ansia.
Non avviene in un giorno e nemmeno in un attimo. Avviene con l’altro grande maestro di apprendimento, quello che è sempre a fianco dell’imitazione, la ripetizione. Così, anche se a parole i nostri genitori ci hanno detto di non preoccuparci, se nei fatti erano preoccupati o ansiosi noi l’abbiamo respirato e ripetizione dopo ripetizione abbiamo preso quello stato mentale.Poi ci sono le mamme terroriste (a volte sono in coppia con i padri apprensivi): sono quelle che sono ansiose a prescindere, anche se non piangi. Con loro ci vuole una trattativa seria che le convinca che dove loro vedono catastrofi ci sono solo opportunità, dove vedono tragedie è solo piovuto e così via…
I genitori si avvicinavano preoccupati dicendo dentro di sé “riuscirò a calmarlo o calmarla?“. Oppure, “Cosa sarà successo?” o “Come mai piange sempre?” e ripetizione dopo ripetizione, imitazione dopo imitazione, anche noi abbiamo imparato a trasformare la paura in ansia, l’attesa in ansia, il non sapere in ansia. Così, senza accorgercene, abbiamo imparato che il mondo è un luogo pericoloso. Non possiamo cambiare questo stato mentale senza accorgercene. possiamo cambiarlo con intenzione. Perché l’ansia è come un filtro che cambia la percezione di tutte le cose, anche delle più belle ma non è una condanna: è qualcosa che possiamo cambiare con la dolce forza dell’acqua.
Il vero danno dell’ansia e della paura non è il fatto di provarle. Criticarsi perché abbiamo paura o perché siamo ansiosi è il vero danno. La mindfulness può aiutarci a sostituire l’autocritica con la comprensione.da Mindfulness ed emozioni
Pratica di mindfulness: Be water
© Nicoletta Cinotti 2022 Il programma di Mindful Self-compassion Ultimo giorno in early bird
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