
Credo di aver imparato la filastrocca del diventare prestissimo. Da bambina.
Quando sarò grande diventerò….qualcuno di importante, qualcosa di bello, diventerò saggia, avrò figli, viaggerò.
Ho continuato con questa filastrocca tanto, tantissimo tempo. Spesso era “diventerò migliore”, “cambierò”.
Sarò diversa da come sono e così questo non accadrà più.
Ad un certo punto, non so nemmeno bene come, mi sono accorta che la filastrocca del diventare mi faceva male. Che ero stanca di dirmi, implicitamente, che non andavo bene, che avrei dovuto o potuto, essere diversa.
Mi è sembrata la filastrocca di un inganno: l’inganno di essere migliore e, in realtà, consumarsi in un fare incessante e in una negazione costante di come sono e del presente della mia vita.
Vorrei cantare, ogni giorno, la filastrocca dello stare. La filastrocca del contatto con me e con il mondo. La filastrocca dell’intimità. Con me e con gli altri.
Pratica del giorno: La consapevolezza del respiro
Basta così. Queste poche parole bastano.
Se non queste parole, questo respiro.
Se non questo respiro questo starmene qui seduto.
Questa apertura alla vita
Che abbiamo rifiutato
Sempre e di nuovo. Finora. David White
© Nicoletta Cinotti 2023 Meditazione e poesia
Grazie, questo articolo mi ha commosso…mi ritrovo moltissimo in queste parole. A volte si ha paura di vivere il presente e di accettarsi così come siamo. É questa paura atavica che genera e alimenta aspettative su come e cosa vogliamo diventare. E le delusioni sono dietro l’angolo. Dovremo ascoltarci di più hic et nunc
Ciao Sira, grazie per la tua commozione. La commozione è lo sciogliersi delle difese del cuore. Niente di più bello!
La catarsi dell’anima passa attraverso le lacrime!
si siamo delle belle persone da amare!