
La nostra tendenza ad evitare il dolore è fondamentale: nasce con noi eppure può portarci a costruire un universo troppo rigido e difensivo. Possiamo diventare così difesi da dimenticare che solo l’apertura conduce al nutrimento. Così, mentre siamo tutti presi a difenderci e a chiudere le porte al mondo esterno, rimaniamo privi di quel nutrimento che può arrivare solo dagli altri. Ci allontaniamo da quelle che pensiamo essere potenziali fonti di pericolo e non ci ricordiamo che possono essere potenziali fonti di nutrimento. Le difese diminuiscono le sfumature emotive e riducono la possibilità di provare tenerezza, curiosità, compassione. Tutte emozioni che richiedono flessibilità e apertura.
L’effetto delle difese però non è solo verso l’esterno: le difese rimpiccioliscono anche il nostro cuore e, quando sono molto serrate, diventano un attacco che facciamo a noi stessi e alla nostra possibilità di esplorare e sbagliare. Esplorazione e errore sono legati strettamente insieme. Se vogliamo esplorare il nostro mondo interno non ci basta la curiosità: abbiamo bisogno di lasciare una quota di errore libera. Una quota d’errore che non riceva l’attacco dell’autocritica.
Perchè l’autocritica nasce così: nasce dalle nostre difese verso il mondo esterno che si traducono – all’interno – con l’impossibilità a sbagliare. Se le difese verso gli altri ci fanno perdere la compassione, verso di noi ci fanno perdere la self compassion. Fanno perdere quella possibilità di comprensione riflessiva tanto diversa dalla tendenza alla rimuginazione. La rimuginazione è figlia dell’autocritica e dell’ipercorrezione. Rimuginiamo per capire chi è il colpevole e noi siamo sempre tra gli indiziati anche quando il colpevole c’è davvero.
La rimuginazione è la brutta copia della riflessione e chiude la mente dove la riflessione apre il cuore. Questo potrebbe essere un buon segnale per distinguerle: la riflessione apre e la rimuginazione chiude. La riflessione porta a casa la comprensione, la rimuginazione una pagella di buoni (pochi) e cattivi (tanti). La riflessione ci porta avanti, la rimuginazione ci lascia sempre allo stesso punto. La riflessione porta compassione e self compassion, la rimuginazione rancore, risentimento e critica.
E se proprio vogliamo il segno finale, distintivo, tra rimuginazione e riflessione cerca il colore: perché la rimuginazione è sempre grigia, indipendentemente dalla stagione
Quel che cerchiamo nel mondo è sempre una immagine riflessa di quel che abbiamo bisogno di scoprire dentro di noi; in particolare la continua ricerca di pericoli esteriori è sempre un modo per non ascoltare il grido profondo che proviene dalla nostra anima e che ci chiede di avere il coraggio di affrontare un’autentica sfida interiore. Mark Nepo
Pratica di mindfulness: Lasciar andare
© Nicoletta Cinotti 2018 Cambiare diventando se stessi