
Ci sono emozioni che sentiamo prima nel corpo e poi nella mente. Emozioni come la rabbia, la paura, l’amore hanno un colore che nasce dal corpo. A volte non facciamo attenzione alle sensazioni fisiche che l’accompagnano ma è difficile che qualcuno non sappia dire dove si esprime la sua rabbia nel corpo.Lo sappiamo molto bene.
Poi ci sono emozioni che hanno, invece, una componente mentale prevalente: sono emozioni che vengono prodotte dalla valutazione che la nostra mente fa della situazione. Emozioni come l’appagamento, l’autocommiserazione, la claustrofobia, il compiacimento, il conforto o la confusione sono emozioni che vengono prodotte da una valutazione della situazione e che, solo dopo, possono produrre una risonanza nel corpo: l’accensione però è nella mente.
E poi ci sono le emozioni che proviamo quando immaginiamo cosa pensano gli altri di noi. E, di queste, la regina assoluta è la vergogna. Un’emozione così potente che è in grado di bloccarci completamente. Blocca il corpo e anche la mente: in quell’attimo siamo incapaci di ragionare correttamente e la nostra percezione della realtà è distorta.
Tutte le emozioni hanno una buona ragione: nessuna va usata con troppa abbondanza perchè abbiamo bisogno di tutto il nostro spettro emotivo per essere sani. Solo che, per strano che possa sembrare, molti di noi coltivano silenziosamente la propria vergogna attraverso l’autocritica. Quel continuo rimprovero interiore che ci suggerisce cosa fare e, soprattutto, cosa non fare, dove abbiamo sbagliato e dove avremmo dovuto fare di più. O essere di più.
In questo modo la nostra spontaneità e la nostra possibilità espressiva sono continuamente interrotte dal nostro giudizio.
E trasformiamo il nostro respiro in un singhiozzo, le nostre parole in un balbettio. Non è solo perchè ci stiamo vergognando. È perchè – con l’autocritica interna – abbiamo aumentato a dismisura la nostra vulnerabilità alla vergogna.
L’unica cura per la vergogna e per l’autocritica è un’attenzione affettuosa, piena di conforto. Perchè la consapevolezza che nasce dall’attenzione affettuosa parla di amore. La vergogna di giudizio e rifiuto, di paura e rabbia. Così, come per molte altre cose, l’antidoto nasce dall’opposto.
La via d’uscita dalla gabbia inizia con l’accettazione assoluta di noi stessi e della nostra vita, abbracciando con cura e presenza l’esperienza momento per momento. Tara Brach
Pratica di Mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2018 Radical Self expression 9 – 10 Giugno, Giaiette