
Ho passato la mia pratica mattutina a mettere ordine. Non fuori ma dentro di me. C’era una gran confusione un po’ come quando faccio il cambio degli armadi. Dovunque mi girassi veniva fuori roba. In più mi si è svegliato il mostrillo – quel piccolo mostro toscano che vive dentro di me e si diverte e a giocare con le parole – non ti dico quante cavolate ha sparato stamattina. “L’ammazzerei “- che era il modo affettuoso di mia madre per dirmi che stavo esagerando ma che mi voleva bene, come denota l’uso del condizionale – invece quando mi diceva “se vieni qui ne buschi” non scherzava affatto. Comunque come vedi faccio confusione anche adesso che scrivo.
Ma andiamo con ordine o almeno proviamoci.
Stamattina c’era tanta confusione perché ho avuto un brusco cambiamento emotivo. Ieri ero un misto di rabbia e tristezza e queste due emozioni quando si uniscono – e si uniscono spesso perché hanno ragioni di somiglianza molto interessanti ma che ti spiego un’altra volta – Hanno due figlie: lamento e protesta. Io andavo nella direzione della protesta. Poi ieri sera ho iniziato a giocare con le parole, un po’ da schiocchina e ho fatto un azzardo – attività non legata al gioco delle carte ma alla mia innata propensione a certi tipi di rischi. L’azzardo è andato – per il momento – bene e allora stamattina la quota di rabbia si era unita con una certa dose di eccitazione e gioia: ecco perché c’era tutto quel fermento.
Questo per dire due cose: la prima è che qualunque sia l’emozione principale che proviamo la differenza a livello di energia la fa l’emozione di accompagnamento. Quindi essere arrabbiati non vuol dire nulla se non capisci a cosa si accompagna la rabbia. La seconda è che nessuna emozione è pura proprio come nessun colore in natura è senza sfumature. Riconoscere le sfumature del colore offre profondità all’esperienza. E adesso veniamo all’azzardo. Rischiare è fondamentale. Tradotto in termini psicologici vuol dire uscire dalla ripetizione e dalla comfort zone. Nessun rischio ha la garanzia della risposta positiva ma restituisce energia e movimento emotivo. il rischio della rabbia unita alla tristezza è la stagnazione oppure il “tanto rumore per nulla”. Quando ti senti stagnante (vedi post di ieri) prova a rischiare qualcosa di nuovo, anche se non dovesse andare bene avrà il merito di toglierti dalla stagnazione. Sempre meglio uscire dalla stagnazione: deve durare il giusto periodo di tempo per evitare il formarsi di muffe e funghi nocivi.
Rabbia è la forma più profonda di premura: per un’altra persona, per il mondo, per sé stessi, per una vita, per il corpo, per una famiglia e per tutti i nostri ideali, tutti vulnerabili e tutti, forse, in procinto di essere feriti. Spogliata della prigionia fisica e della reazione violenta, la rabbia punta alla forma più pura di compassione. la fiamma viva interiore della collera illumina sempre ciò a cui apparteniamo, ciò che desideriamo proteggere, e tutto ciò per cui siamo disposti a rischiare anche a costo di mettere in pericolo noi stessi. David Whyte
Pratica di mindfulness: Il nostro bambino geniale
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo MBCT e Mindfulness ed emozioni
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