
Ieri sera cinema: Bohemian Rapsody. Non dirò nulla sul film e nemmeno sulla musica. Non c’è niente da aggiungere (a parte che mi è piaciuto tantissimo e che lo rivedrò e i Queen saranno la colonna sonora delle mie vacanze di Natale: ma questo è banale). Vorrei dire qualcosa su un aspetto di Freddie Mercury che ho amato tantissimo: i suoi denti. Non amavo esattamente i suoi denti ma il fatto che, per qualsiasi ragione l’abbia fatto, non è intervenuto per modificarli.
Forse perché credeva che lo aiutassero nella sua estensione vocale. Forse perché erano tanto legati alla sua immagine. Non lo so e non è molto importante. So quello che ha voluto dire per me: non nascondere i tuoi difetti, sono la tua vera bellezza. Abitali e mostrali per come sono perché non c’è nulla più dei difetti che ti rendono unico. Correggere i difetti raramente ci rende più belli: molto spesso ci rende più uguali ad una versione plastificata di noi.
E, nei confronti dei difetti, siamo spesso molto soppressivi: cerchiamo di correggerli o, se riguardano il nostro carattere, evitiamo di considerarli. In entrambi i casi perdiamo la possibilità di abitare un tratto fondamentale: la vita non è perfetta. Noi non siamo perfetti e la ricerca della perfezione è uno degli ostacoli più grandi alla felicità. La nostra incessante tendenza alla correzione diventa persecuzione: dietro ad ogni persecuzione c’è una tendenza alla correzione. Un rifiuto a stare nelle cose così come sono.
Oggi sono nella fase difettosa della vita: sto invecchiando. Guardo come cambia il viso e il corpo e cerco quel crinale delicato tra cura e accettazione ogni giorno. Sarebbe facile cercare di correggere alcuni dei difetti che l’età porta con sé: nessuna critica per chi lo fa. Ho scelto di non farlo perché – i miei difetti (e sono parecchi) – mi hanno insegnato tutto quello che potevo imparare. L’hanno fatto con un bordo deciso sul cuore, senza menzogna. Perché i difetti bruciano ed è bruciando che ci cambiano e ci permettono di diventare chi siamo veramente. Alla fine mi sembra che invecchiando abbiamo due possibilità: diventare chi siamo o fare finta di esserlo stati. Scelgo di diventare chi sono: è un coraggio che occupa tutta la vita quello di tornare al punto di partenza: al cuore aperto, curioso e generoso con cui siamo nati.
Non voglio cambiare il mondo, lascio che le canzoni che scrivo esprimano le mie sensazioni e i miei sentimenti. Per me, la felicità è la cosa più importante e se sono felice il mio lavoro lo dimostra. Alla fine tutti gli errori e tutte le scuse sono da imputare solo a me. Mi piace pensare di essere stato solo me stesso e ora voglio soltanto avere la maggior quantità possibile di gioia e serenità, e immagazzinare quanta più vita riesco, per tutto il poco tempo che mi resta da vivere. Freddie Mercury
Pratica del giorno: La consapevolezza del corpo
© Nicoletta Cinotti 2018 Cambiare diventando se stessi